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LA TRAGEDIA DI GIULIA

"Può uccidere ancora": la valutazione del giudice

Il pericolo è paventato nell'ordinanza a carico di Filippo Turetta

Per ora non viene contestata la premeditazione

Il gip di Venezia, Benedetta Vitolo, sottolinea la pericolosità di Filippo Turetta in un'ordinanza che rivela la totale incapacità di autocontrollo del giovane. Dettagli inquietanti emergono sulla dinamica dell'omicidio, alimentando la discussione sulla necessità della custodia cautelare.

L'omicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza accoltellata a pochi passi da casa, continua a suscitare orrore e indignazione. Nuovi dettagli emergono dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Venezia, Benedetta Vitolo, datata 20 novembre. La magistratura, ritenendo sussistere il pericolo di una reiterazione delle condotte violente nei confronti di altre donne, ha deciso di confermare la custodia in carcere per Filippo Turetta.

Il giudice ha descritto la "inaudita ferocia" del giovane, evidenziando la sua "totale incapacità di autocontrollo". La questione della pericolosità di Turetta è sottolineata, considerando "elementi idonei a fondare un giudizio di estrema pericolosità, che desta allarme, dato che i femminicidi sono all'ordine del giorno".

Oltre al rischio di reiterazione del reato, il Gip ha motivato la decisione della custodia cautelare con il pericolo di alterazione delle prove. L'indagato, infatti, ha abbandonato il cadavere di Giulia in un luogo impervio, complicando l'accertamento della dinamica del fatto. La fuga di Turetta, che è stato arrestato in Germania, aggiunge un ulteriore motivo di preoccupazione.

Il gip Vitolo ha anche sottolineato la "manifesta disumanità" di Turetta, evidenziando la "inaudita gravità e manifesta disumanità" mostrate dal giovane nei confronti della "giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale". L'aggressione, avvenuta in due fasi, ha portato alla morte di Giulia per shock emorragico.

Il capo di imputazione dell'ordinanza restituisce una cronologia dettagliata degli eventi che hanno portato alla tragica fine di Giulia. La sera dell'11 novembre, dopo una serata trascorsa insieme, i due hanno litigato nel parcheggio di via Aldo Moro, a pochi passi dalla casa della vittima.

Filippo Turetta ha colpito - ovviamente sempre secondo questa ricostruzione . Giulia con calci mentre era a terra, costringendola a salire sulla sua auto. Successivamente, l'ha aggredita nuovamente, provocandone la caduta nell'area industriale di Fossò. Le ferite inflitte, comprese quelle da ripetuti colpi di arma da taglio, hanno causato uno shock emorragico e il decesso della giovane.

La lotta, documentata da testimoni e telecamere di sorveglianza, è durata circa 22 minuti, tra le 23.18 e le 23.40 dell'11 novembre. Giulia sarebbe stata zittita con lo scotch per impedirle di gridare durante l'aggressione. Il nastro adesivo è stato trovato vicino a una traccia di sangue nel luogo in cui il corpo è stato abbandonato.

La richiesta di estradizione è stata trasmessa in Germania, dove Turetta è attualmente in isolamento in un carcere nella città di Halle. Il Ministero della Giustizia ha completato le procedure per la trasmissione del mandato di arresto europeo, ma al momento non sono state comunicate le tempistiche della consegna del giovane all'Italia.

L'orrore di questo tragico evento continua a suscitare indignazione e riflessione sulla necessità di affrontare con fermezza la violenza di genere. La comunità attende giustizia per Giulia Cecchettin e il processo legale sarà cruciale nel determinare le responsabilità di Filippo Turetta.

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