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LA STORIA

Borseggiatore in fuga coi ricordi di una vita

Il disperato appello: “Ridateci quelle lettere, sono tutto per noi”

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“Cara Lietta, è da 55 anni che siamo sposati, e ti amo più del primo giorno. Sei la mia compagna di vita, e anche se discutiamo davanti ai talk show e i programmi televisivi, sei l’amore della mia vita”. E’ questo il tenore, purtroppo non le precise parole, delle lettere che il compianto Bruno “Lollo” Vallin, l’ex campione e tecnico di rugby scomparso il 21 ottobre scorso, ha lasciato alla moglie e che lei portava sempre con sé nel portafogli. In quel modo lo sentiva accanto.

Le parole precise, la carta da lui vergata, se le sono portate via i ladri, proprio a un mese dalla morte di “Lollo”, al mercato del martedì, quando Lia, 81 anni, è stata borseggiata da balordi. Nel portafogli c’erano 100 euro e le due lettere, che Lia conservava gelosamente e che erano per lei conforto e vicinanza.

E’ così che Laura, la figlia, ha lanciato un appello ai ladri: “A chi ha rubato il portafogli di mamma al mercato del martedì: dentro c’erano due lettere che papà le aveva scritto, restituitegliele, è venuto a mancare un mese fa”.

Una richiesta disperata, che solo chi ha perso il bene più prezioso, può capire. “Papà non parlava tanto, era silenzioso - racconta Laura, che è dipendente dalla Cna di Padova e Rovigo - ma quando doveva dire qualcosa di importante scriveva. A noi interessano le lettere, null’altro”.

Martedì la mamma si era decisa a uscire nonostante il dolore e il lutto. L’aveva convinta la figlia col pretesto di cambiare un paio di pantaloni al mercato.

“Prende con mio figlio un caffé al Venezze e viene attirata dalle vestaglie nello stand di fronte. Attraversa la strada, osserva le vestaglie nella bancarella e qualche istante dopo si accorge di non avere più il portafogli”.

Un colpo al cuore: “Fortunatamente era con il nipote - continua Laura - si sono precipitati nuovamente al bar Venezze, poi hanno guardato sotto la bancarella, ma niente. Quando si è capito che era stato un furto, le hanno consigliato di andare dai carabinieri e qui si è sentita anche male”, continua Laura.

Al comando dell’Arma di via Silvestri, la signora ha scoperto amaramente che altre persone martedì erano state borseggiate al mercato. Anche una donna che per precauzione teneva lo zaino sul petto invece che sulle spalle. “Hanno mestiere - commenta Laura e con un filo di speranza lancia nuovamente il suo appello - potete lasciare le lettere sul tavolino del Venezze oppure in Comune. Sono davvero la cosa più importante per la mia mamma”.

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