VOCE
LA TRAGEDIA DI GIULIA
23.11.2023 - 21:30
“È il declino dell'empatia, alla fiaccolata tutti con il cellulare in mano. E presto Giulia sarà dimenticata. Adulti, bisogna fare qualcosa, non è solo colpa dei giovani”, sono le parole dure dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet che è intervenuto sul femminicidio di Giulia Cecchettin.
Un messaggio, il suo, che punta non solo all'analisi lucida del fatto, ma alla ‘soluzione’ da cercare nel silenzio vero, non quello dei reel alla fiaccolata, e soprattutto nell'ascolto vero, tra pari, e tra adulti e ragazzi. Perché oggi, in questa società virtuale, non ci ascoltiamo più.
“Come stai? Chi te lo chiede più guardandoti negli occhi? - commenta lo psichiatra - C'è un declino dell’empatia, non siamo più empatici siamo pieni di telefonini e questo è successo anche alla fiaccolata per Giulia: almeno un vero minuto di silenzio nei confronti di una povera ragazza ammazzata ci sarà? No, niente, solo reel”.
“Non dobbiamo continuare a guardare la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché il vaso era già pieno, è il fatto che non ce ne siamo accorti è lì il problema - continua Crepet, questa volta rivolgendosi in particolare a quello che è successo nella mente dell'assassino - Secondo me era un tarlo che questo ragazzo aveva in testa, c'era sicuramente invidia, un modo di detestare, un'impotenza dell'anima. Ancora una volta stiamo guardando l'ultima cosa, ma è una semplificazione: una violenza è un progetto, non si diventa lupi in una notte. Bisogna imparare ad ascoltare i silenzi. Usare il cellulare non è parlare. Parlare vuol dire interrogare uno sguardo, un silenzio e chiedere ‘cos'hai?”.
E ancora: Ha ragione il padre di Giulia a dire alle ragazze di denunciare, però dobbiamo finire il discorso: noi adulti cosa facciamo? Non dobbiamo fare niente? E' solo colpa loro? - conclude lo psichiatra - Questi ragazzi non hanno amici veri, solo su Facebook. Dobbiamo parlare con loro, ascoltiamoli”.
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