VOCE
l'omicidio di giulia
25.11.2023 - 05:00
Filippo Turetta
Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, arriverà su un volo militare che partirà questa mattina, sabato 25 novembre, da Roma con destinazione Francoforte per fare rientro, scortato, direttamente all’aeroporto di Venezia. L’arrivo nella città lagunare è atteso intorno alle 12.30 e negli uffici della polizia di frontiera gli verrà notificata l’ordinanza di custodia cautelare.
Inizialmente sarà portato nel carcere di Santa Maria Maggiore, ma poiché il giovane dovrà essere sorvegliato a vista per evitare rischi legati “alla sicurezza” e per “vigilare su possibili rischi autolesivi” è necessario trovare un carcere che abbia una struttura con un reparto per protetti. Una delle ipotesi al vaglio è che possa essere trasportato al carcere di Montorio, a Verona.
Con la notifica verrà decisa anche la data dell’interrogatorio di garanzia che dovrà essere eseguito entro cinque giorni a partire da oggi dal gip di Venezia Benedetta Vitolo. Al giudice il 21enne potrebbe ripetere la confessione già resa alla polizia tedesca, dove è stato arrestato, oppure decidere, assistito dai legali Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno, di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Intanto emergono nuovi dettagli dalle indagini. Turetta, accusato dell’omicidio volontario dell’ex fidanzata aggravato dal vincolo del legame affettivo, potrebbe veder cambiare il campo d’imputazione nei suoi confronti già prima dell’interrogatorio. Il pm veneto Andrea Petroni potrebbe contestare, infatti, oltre l’omicidio e il sequestro di persona, anche l'occultamento di cadavere per aver caricato in auto la studentessa, aver percorso oltre 100 chilometri e quindi essersi sbarazzato del cadavere gettandola in un dirupo vicino al lago di Barcis.
Sul fronte dell’omicidio, invece, sembra destinato ad aumentare il numero delle aggravanti. Sarà l’autopsia - in calendario il primo dicembre prossimo - a stabilire se la ventina di coltellate inflitte alla ragazza possano far scattare la crudeltà (non è il numero a determinare l’aggravante, ndr), mentre bisognerà mettere in fila gli altri elementi fin qui raccolti dai carabinieri per capire se può essere contestata la premeditazione. Bisognerà capire se Filippo Turetta si è portato da casa i due coltelli sequestrati, se l’acquisto online del nastro adesivo (fatto un paio di giorni prima dell’omicidio) avesse la finalità di coprire la bocca e impedire a Giulia di urlare, se il 21enne abbia fatto ricerche internet per studiare il percorso di fuga (e consigli su come sopravvivere) di più di mille chilometri fino in Germania dove è stato arrestato.
Di Giulia, ieri, è tornato a parlare anche il governatore del Veneto, Luca Zaia. “In Veneto non stiamo vivendo un bel momento, è doveroso, e lo faccio col cuore, ricordare Giulia. Non possiamo non ricordarla, è una nostra cittadina, ci stringiamo alla sua famiglia, che ha vissuto l’orrore e ora vive un dolore inimmaginabile”. Bene il lavoro tra i giovani contro la violenza su donne, “ma noi adulti non ci possiamo chiamare fuori, serve un lavoro di squadra e di comunità”, che isoli sia il “cavernicolo che si comporta male con le donne, sia chi” è alle prese con la “malattia mentale, perché spesso si tratta anche di questo” ha detto Zaia, aprendo l’evento a FieraVerona con la premier Giorgia Meloni per la firma dell’Accordo per la coesione con la Regione Veneto. Zaia invita a combattere tutti insieme affinché “Giulia non sia derubricata come la 105esima vittima. La premier Meloni la conosco, siamo stati anche ministri insieme, è una donna determinata, saprà interpretare il nuovo corso anche rispetto a questo”.
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