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VENETO

"Licenziato perché gay": l'accusa

Il lavoratore si è rivolto a un avvocato

"Licenziato perché gay": l'accusa

Un marmista nel Trevigiano è stato licenziato a causa - secondo la rivendicazione sua e del suo avvocato - della sua omosessualità, scatenando una polemica sulla discriminazione nei luoghi di lavoro. L'avvocato Filippo Angonese dello studio Acm di Padova ha reso noto questo caso di condotta discriminatoria in occasione del convegno "Contro tutte le violenze. Strumenti di tutela, prevenzione e benessere lavorativo," promosso da Cgil, Cisl e Uil al Ca’ Foncello.

Il lavoratore, che non è stato nominato per proteggere la sua privacy, è stato vittima di discriminazione a causa del suo orientamento sessuale. L'avvocato Angonese ha confermato di seguire il caso e di intraprendere azioni legali contro il datore di lavoro che ha effettuato il licenziamento.

Inoltre, la consigliera provinciale di parità Tiziana Botteon ha illustrato altri venti casi di discriminazione emersi dalle segnalazioni ricevute, spaziando dalle difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro dopo la maternità alle molestie nei luoghi di lavoro per motivi di orientamento sessuale, oltre a casi di aggressioni fisiche e verbali. In totale, 18 casi riguardano donne e due uomini.

Botteon ha condiviso diverse testimonianze, tra cui quella di una dottoressa dell'Ulss 2 che, dopo la maternità, è stata messa "da parte" nonostante stesse facendo carriera affiancando un dirigente. Un altro caso riguarda un ragazzo con disabilità escluso dai requisiti di un bando della pubblica amministrazione.

La consigliera di parità ha sottolineato l'importanza della sua figura nel favorire la conciliazione tra le parti coinvolte, ma ha anche evidenziato la necessità di risorse economiche adeguate per affrontare questi casi. Si spera che il ministero del lavoro e delle politiche sociali intervenga per sostenere tali iniziative.

Ambienti come gli ospedali sono stati individuati come particolarmente suscettibili ad aggressioni ai danni di lavoratori e lavoratrici. Gli sportelli di assistenza, come quello contro il mobbing e lo stalking avviato da Uil, sono stati citati come mezzi per affrontare il fenomeno, ma è emersa la necessità di un'azione congiunta da parte dell'Ispettorato del lavoro e di un adeguato supporto psicologico.

Guardando ai dati dell'ultimo rapporto Istat-Unar, più di 20.000 persone in unione civile o coppie di fatto in Italia hanno dichiarato un orientamento omosessuale o bisessuale. Il 26% di queste persone ha sperimentato uno svantaggio nel corso della vita lavorativa, includendo carriera, riconoscimento, e retribuzione. Sei persone su dieci hanno subito almeno una micro-aggressione nei luoghi di lavoro.

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