VOCE
ESTRAZIONI IN ALTO ADRIATICO
30.11.2023 - 21:00
Il recente Decreto Energia approvato dal Consiglio dei Ministri amplia ulteriormente - rispetto a quanto era già stato disposto alcuni mesi fa con il cosiddetto Decreto Aiuti Quater - le deroghe al divieto generale di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle acque del Golfo di Venezia, che era stato stabilito dall'art. 4 della Legge 9 gennaio 1991, n. 9. La norma tuttavia ribadisce la necessità di accurate analisi tecnico-scientifiche e di programmi dettagliati di monitoraggio e verifica dell’assenza di effetti significativi di subsidenza, come elemento preliminare al rilascio di nuove concessioni o alla riattivazione di quelle esistenti.
"La Regione del Veneto - prosegue la comunicazione di Palazzo Balbi - intende ribadire in questo contesto la sua più ferma contrarietà ad un’ipotesi di ripresa di estrazione del gas naturale se non a valle di tutti i necessari studi e rilievi che consentono di escludere con certezza effetti negativi sull’ambiente e sul tessuto economico sociale. Posizione rappresentata e condivisa da tempo con il Governo, in questo caso con i Ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso: giova rammentare che - su proposta del Presidente della Regione del Veneto, è stato costituito, dal Ministro dell'Ambiente e della sicurezza Energetica, con nota del 27 gennaio 2023, un tavolo tecnico specifico per approfondire i potenziali effetti ambientali delle attività di coltivazione di idrocarburi in Adriatico, nonché le problematiche segnalate dalle comunità locali, con particolare riferimento al rischio subsidenza e alla verifica di tutte le adeguate garanzie tecnico-scientifiche a tutela dell'ambiente".
Il Tavolo tecnico, composto da funzionari del Ministero stesso, ISPRA e delle regioni Veneto ed Emilia Romagna, è volto a definire gli aspetti ambientali da indagare, i requisiti tecnici ed il cronoprogramma delle attività di studio.
"A seguito dei primi incontri la Regione del Veneto ha ritenuto, inoltre, di avvalersi di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del mondo accademico e della ricerca di rilevante prestigio scientifico proveniente dalle Università di Padova (Prof. Massimo Fabris, Prof. Pietro Teatini, Prof. Filippo Catani) e Venezia (Prof. Fabio Pranovi e Prof.ssa Gabriella Buffa), dello IUAV (Prof.ssa Stefania Tonin e Prof. Francesco Musco), del CNR (Prof. Luigi Tosi), con la finalità di portare il proprio contributo ai lavori del Tavolo determinando gli elementi istruttori di carattere tecnico-scientifico indispensabili ad accertare con comprovata evidenza scientifica se gli interventi proposti generino effetti negativi sulle coste e rischi ambientali per l’ecosistema, nonché danni socio economici alle attività presenti nel territorio del delta polesano. Il gruppo di lavoro regionale è giunto a definire un documento - inviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica lo scorso 16 ottobre - quale contributo della Regione del Veneto ai lavori del Tavolo".
"Nel citato documento è stato approfondito il quadro conoscitivo oggi disponibile dal quale emerge come allo stato attuale delle conoscenze non si possano escludere effetti significativi sull’ambiente marino e costiero e non si debbano pertanto autorizzare ulteriori estrazioni di gas fintanto che non si rendano disponibili tutti gli elementi specifici indicati nel documento medesimo. La posizione della Regione del Veneto resta la medesima anche a valle dell’approvazione del decreto Energia, credendo fermamente che sia il mondo scientifico a dover analizzare in profondità ogni aspetto e le possibili implicazioni delle attività estrattive in Alto Adriatico, nel pieno rispetto dei cittadini e di ogni possibile implicazione di sicurezza in un territorio estremamente delicato, già in passato vittima di ampi fenomeni di subsidenza".
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