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Attentato con bomba molotov nella cavana

“Hanno tranciato il lucchetto e lasciato una bottiglia di liquido infiammabile. Ora abbiamo paura”

Attentato con bomba molotov nella cavana

Una bottiglia-bomba molotov piena di liquido infiammabile piazzata nel bel mezzo della cavana. Un atto intimidatorio contro un pescatore di Porto Tolle che fa schizzare ancora più in alto la tensione all’interno del mondo della pesca bassopolesana. Dopo l’incendio di una cavana poche settimane fa nella sacca di Scardovari, i pescatori finiscono ancora nel mirino di una criminalità che sembra essere il detonatore di un malessere generale, con i vongolari oppressi dalla crisi del granchio blu che sta lasciando, e ha già lasciato, senza reddito centinaia di famiglie. E così cresce la tensione, aumenta l’inquietudine e la paura all’interno di uno dei comparti principali dell’economia polesana.

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L’attentato L’atto intimidatorio di ieri mattina è raccontato dalla stessa vittima, un pescatore che fa parte di una piccola cooperativa, e che come tutte le mattine si stava recando nella sua cavana nella sacca di Scardovari per uscire a pescare “non le vongole - specifica - perché praticamente non ce ne sono più perché i granchi blu se le sono portate via tutte. Dovevo uscire proprio a raccogliere dei granchi con le nasse. Ho raggiunto il pontile alle 7 del mattino circa, ma prima di entrare nel capanno mi sono reso conto che il lucchetto era stato tranciato”. A quel punto il pescatore ha subito capito che qualcosa non andava e con il cuore in gola ha aperto la porta.

“All’interno era tutto in ordine - e un po’ mi sono sorpreso - racconta - poi però ho notato che il lettore dell’impianto di videosorveglianza non c’era, i cavi erano strappati. E subito dopo l’ho vista, in mezzo alla stanza c’era una bottiglia, conteneva del liquido ed aveva un pezzo di stoffa, bloccato con nastro adesivo, che usciva dal collo del contenitore. Era una bottiglia molotov. Ho subito chiamato polizia e vigili del fuoco”. I pompieri hanno poi appurato che la bottiglia era piena di liquido infiammabile, forse benzina mista ad un’altra sostanza che poteva fare da elemento accelerante del fuoco. Si è trattato, quindi, di un atto intimidatorio, un messaggio di minaccia dalle finalità non ancora chiarite.

Paura e tensione “Un gesto assurdo - spiega il bassopolesano - io sono uno che bada ai fatti suoi, per niente litigioso. Faccio parte di una piccola cooperativa di raccoglitori di vongole (poche decine di soci), sono consigliere ma non ho ruoli da amministratore. Non vedo perché prendersela con me”. L’episodio fa parte di un clima di diffidenze e tensioni che sta per diventare esplosivo: “Ora abbiamo paura. Poche settimane fa il rogo di una cavana qua vicino. Adesso questa bottiglia molotov verso di me. Noi pescatori siamo davvero in un brutto periodo. Tre anni fa la mareggiata che ha distrutto le cavane, da mesi il granchio blu ha azzerato la pesca di mitili lasciando i pescatori, me compreso, senza reddito. In queste condizioni lavorare è davvero difficile, oltre che in perdita.

Indagini L’atto intimidatorio ieri è stato denunciato alla polizia che ha subito avviato le indagini. Sfortunatamente l’impianto di videosorveglianza sulla cavana del pescatore non era attivo, “purtroppo - spiega lui stesso - in questi giorni la batteria era scarica e non ha fornito energia all’impianto e al sistema di allarme. Se fosse stato attivo avrebbe suonato segnalando l’intrusione. Difficile dire se gli attentatori lo sapessero, certo che chi pianifica simili atti può essere in grado di studiare e il terreno dell’incursione e accertarsi se ci sono impianti di allarme non in funzione”.

E intanto nel delta montano paura e tensione all’interno di un settore economico che occupa oltre 1.500 persone.

“L’atto intimidatorio di ieri è molto grave e segue l’incendio di tre settimane fa - dice il sindaco di Porto Tolle - Non posso negare che nell’ambiente della pesca si stia vivendo una situazione tutt’altro che tranquilla. E’ un problema di sicurezza e non vorrei che potesse risentirne l’ordine pubblico. Sono in costante contatto con le forze di polizia che stanno seguendo la situazione e con le quali collaboriamo di continuo. E questo ci conforta”.

Pizzoli ha dato la solidarietà sua e dell’amministrazione comunale al pescatore vittima dell’atto intimidatorio, “non sono in grado di dire se i due atti sono collegati o hanno una stessa matrice. Di sicuro allarmano il mondo dei pescatori esacerbando una situazione che è di grande fibrillazione”.

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