VOCE
VENETO
09.12.2023 - 10:11
Una tragedia ha colpito il carcere di Montorio, Verona, dove un detenuto marocchino di 30 anni è stato trovato morto nella sua cella, impiccato, ieri, 8 dicembre. L'uomo, a tre mesi dalla fine della sua pena, ha scelto di porre fine alla propria vita in un carcere già segnato da eventi tragici. La notizia è stata confermata dalla direzione del carcere e dall'associazione Sbarre di Zucchero, che ha portato alla luce l'ennesimo caso di suicidio nell'istituto.
Si tratta del terzo episodio di questa natura nel giro di poche settimane, un'allarmante sequenza che solleva interrogativi sulla gestione delle problematiche psichiche tra i detenuti. La vittima, già segnalata da tempo per i suoi problemi di salute mentale, aveva recentemente avuto un acceso confronto con uno psichiatra, durante il quale aveva manifestato comportamenti violenti, culminati nell'aggressione fisica al medico.
Nel tentativo di gestire la situazione, il detenuto era stato sottoposto a cure sanitarie, ma, durante un ulteriore colloquio, ha nuovamente mostrato segni di aggressività. A causa di ciò, è stato isolato in una cella da solo, lontano dagli altri detenuti. Tuttavia, nonostante le precauzioni adottate, è riuscito a compiere il gesto estremo, togliendosi la vita.
Il portavoce dell'associazione Sbarre di Zucchero ha denunciato il persistente "silenzio insopportabile" dell'amministrazione carceraria di fronte a una problematica così grave. La carenza di presa in carico dei detenuti con disagio psichico da parte della sanità pubblica è stata evidenziata come una questione urgente e trascurata.
La direzione del carcere ha risposto alle critiche spiegando di aver segnalato ripetutamente la carenza di supporto psichiatrico per i detenuti alla sanità pubblica. La situazione, dunque, solleva il dibattito sulla necessità di migliorare i servizi di assistenza psichiatrica all'interno delle strutture carcerarie, affrontando la complessità delle problematiche mentali dei detenuti.
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