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L'INTERVISTA

Gino Cecchettin: "Mi sono chiesto dove ho sbagliato"

Il padre di Giulia a "Che Tempo che Fa"

Gino Cecchettin: "Mi sono chiesto dove ho sbagliato"

Papà Gino entra in diretta in studio e viene accolto da una standing ovation del pubblico, un abbraccio virtuale da parte di tutti. E conclude con un appello agli uomini: "Dite adesso, ti amo, alle vostre donne". Un'intervista molto emozionante, che è cominciata con il discorso al funerale di Giulia, morta a soli 22 anni. "Il mio discorso al funerale nasce da un profondo dolore, ho cercato di astrarmi per cercare le possibili cause che hanno portato a non avere più Giulia con me. Mi sono chiesto dove avessi sbagliato. Sto cercando di capire se ci sia una soluzione. Sono qui perché mi trovo mio malgrado a combattere una battaglia. Prima mi dispiacevo quando ascoltavo le notizie sui femminicidi, ma poi voltavo pagina come fanno tutti. Un anno fa ho perso mia moglie Monica che mi ha insegnato la vera essenza dell'amore e sono cambiato. Nei suoi ultimi giorni in ospedale era molto affranta, si è addirittura scusata con me per essersi ammalata. E' stato qualcosa di vicino alla santità e sono cambiato anche nei confronti dei miei figli. Ho iniziato a dire loro 'Ti amo' più spesso. Dobbiamo fare tutti qualcosa, Elena ha dato un messaggio ben chiaro. Lei ha centrato il punto, quando l'ho sentita parlare di patriarcato, all'inizio sono rimasto interdetto. Ma ha ragione, la supporterò in tutte le sue battaglie".

Continua papà Gino: "Patriarcato indica un concetto di possesso, come se la donna fosse una proprietà. Dobbiamo iniziare a cambiare le espressioni che usiamo tutti i giorni. Io ho iniziato a piangere per Giulia già la domenica perché un padre certe cose le sente. Sono riuscito ad azzerare l'odio e la rabbia perché mi sono concetrato su di lei. Io voglio amare e non odiare perché l'odio toglie energia". 

E sul fatto di aver scelto di non utilizzare il termine mostro, Gino spiega: "Mostro indica l'eccezionalità mentre l'omicidio di Giulia e di altre donne sono purtroppo storie di normalità. Dobbiamo guardare i nostri figli e capire se possono diventare persone pericolose. Ringrazio il presidente Luca Zaia e il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che hanno deciso di inviare il mio discorso alle scuole. Noi vogliamo fondare un'associazione per portare avanti la nostra battaglia".

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Commenti all'articolo

  • diduve

    02 Gennaio 2024 - 17:23

    Quando lo scopri vieni a dircelo. siamo curiosi

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