Un agghiacciante omicidio, premeditato

La tremenda vicenda di Vanessa Ballan, la giovane donna di 26 anni brutalmente assassinata, per l'accusa dall'ex dal kosovaro Bujar Fandaj, svela un calvario di minacce, offese, e atti persecutori che purtroppo hanno preceduto la sua tragica fine. 

Il 25 ottobre, secondo questa ricostruzione dei fatti, Vanessa Ballan aveva deciso di rompere il rapporto con Fandaj, stanco dei comportamenti ossessivi e minacciosi dell'uomo. Denunce per atti persecutori, violenza sessuale, violazione di domicilio ed estorsione furono presentate.

Il giudice Carlo Isidoro Colombo, nella sua ordinanza di convalida del fermo, ha evidenziato la pervasiva ossessione di Fandaj nei confronti di Vanessa, il quale manifestava gelosia e possessività, richiedendo dettagli sui suoi movimenti e minacciando di divulgare materiale intimo. Gli appostamenti nei pressi dell'asilo del figlio di Vanessa, le irruzioni sul luogo di lavoro e le minacce verbali facevano parte di un sinistro copione che si è concretizzato con l'agghiacciante omicidio.

Il giudice ha sottolineato come Vanessa abbia cercato di porre fine alla relazione a luglio, ma Fandaj, lontano dall'accettare la separazione, ha intensificato le molestie, compresi i pedinamenti, gli insulti, e la minaccia di divulgare materiale compromettente.

Nelle pagine dell'ordinanza, emerse una dichiarazione d'amore scritta con un pennarello rosso su un foglio A4, rinvenuta nel furgone di Fandaj. Il documento e altri elementi rivelerebbero, secondo l'accusa, una premeditazione che ha condotto all'agghiacciante omicidio, sfociato nella morte di Vanessa.

Il giudice Colombo ha affermato che l'omicida ha agito con lucida ferocia, pianificando attentamente il delitto, compresa la scelta del momento giusto, l'elusione delle telecamere e la preparazione degli strumenti necessari. L'attivazione di una nuova scheda Sim e il recente rinnovo del passaporto sono stati indicati come prove della premeditazione.