VOCE
ITALIA
27.12.2023 - 12:56
Nei reparti ospedalieri italiani, un'ombra di violenza psicologica, molestie e discriminazione di genere si cela dietro le porte degli ospedali, toccando quotidianamente dottoresse, infermiere, tirocinanti e specializzande. L'attivista sociale di "Mamme a nudo" ha raccolto testimonianze strazianti che rivelano la dura realtà che molte donne del settore sanitario sono costrette a subire sul luogo di lavoro.
Un esempio emblematico è la testimonianza di una dottoressa che, appena dopo aver vinto il concorso per l'indeterminato, ha dovuto affrontare una scommessa tra colleghi uomini su quando sarebbe rimasta incinta. Questo è solo uno dei molteplici episodi di discriminazione di genere documentati dall'attivista. Un'altra dottoressa, rimasta anonima, ha rivelato che quando era studentessa e frequentava il reparto, il primario le disse: "Come entrate in specialità vi mettiamo la spirale". Ci sono anche testimonianze di commenti sessisti quando una donna assume ruoli di leadership, con frasi del tipo "Chissà con chi è andata a letto".
Le testimonianze raccolte da "Mamme a nudo" trovano riscontro in dati allarmanti. Secondo un report di Women in Surgery Italia, il 57% delle chirurghe e il 65% delle specializzande ha subito o continua a subire molestie sessuali. Un tema che, come evidenzia la presidente di Wis Italia Gaya Spolverato, sembra essere ignorato nel nostro Paese rispetto ad altri contesti internazionali, come il Regno Unito, dove una ricerca dell'Università di Exeter ha rilevato che il 29% delle chirurghe britanniche ha subito avance non consensuali o indesiderate sul posto di lavoro.
La paura di denunciare è un ostacolo significativo. Nonostante la denuncia dovrebbe essere la soluzione ideale, il report di Wis Italia, che ha coinvolto oltre 3.000 partecipanti, rivela che solo una su dieci ha trovato il coraggio di rivolgersi alle autorità. La mancanza di protezione e difesa per chi decide di denunciare è un grave problema. Molte donne che hanno fatto la scelta coraggiosa di denunciare hanno riferito di non essere state credute, di essere state accusate di esagerare o di aver subito ripercussioni.
Il dossier presenta testimonianze agghiaccianti, dalle minacce di uno stupro di gruppo da parte di colleghi al continuo affrontare molestie. Si evidenzia anche la presenza di epiteti sessisti rivolti a dottoresse e infermiere sia da parte dei colleghi che dei pazienti, senza dimenticare le clausole contrattuali subdole che spesso impediscono alle lavoratrici di intraprendere una gravidanza.
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