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IL CASO

Ma chi è davvero il killer dei velox?

Nei bar (e sui social) le speculazioni si sprecano. Tante le domande senza un risposta

Ma chi è davvero il killer dei velox?

Sette autovelox tagliati negli ultimi sette mesi. Un reato, ripetuto per sette volte. Ma il cui autore non viene percepito come un criminale, o almeno, non dalla maggioranza dei polesani. Sui social e dentro ai bar, in moltissimi - anche insospettabili - si schierano dalla parte dell’uomo con il flessibile. E sul suo conto fioriscono già le leggende, arrivando perfino al dibattito filosofico sull’origine del mito e perfino su quale dovrebbe essere il suo nome... da supereroe.

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Ormai, su questa faccenda, abbiamo abbandonato il contatto con la realtà e le sue conseguenze pratiche (e giudiziarie...) per spostarci direttamente nell’universo Marvel. E l’anonimo abbattitore di autovelox, sempre ammesso che dietro la strage degli innocenti rilevatori di velocità ci sia una sola mano, veste i panni di Veloman. Già: dimenticatevi “Fleximan” e altri battesimi da social, il nome dei supereroi è una cosa seria e risponde a un senso semiotico ben preciso. I puristi, su questo, non transigono: il flessibile è l’oggetto con cui “l’eroe” lavora, non il suo potere, né la sua missione. Insomma, notano i più attenti: è come la ragnatela per Spiderman. Solo un mezzo e non il fine, che sembra piuttosto essere l’eliminazione degli autovelox. Da cui, Veloman appunto.

Già. Ma contro quali autovelox si scaglia il supereroe senza volto? Sette gli abbattimenti censiti in questi mesi. Nel mirino, due volte l’apparecchio di Bosaro (19 maggio e 19 luglio), altrettante quello di Baruchella sulla Regionale 482 (29 maggio e 2 novembre), a quota due ko tecnici anche il velox di Mazzorno Destro, nel Comune di Taglio di Po (6 agosto e di nuovo a Natale), seguito subito dall’occhio elettronico di Garzara, a Corbola. Insomma, sette colpi in sette mesi, tutti con le medesime modalità: taglio netto con il flessibile di cui sopra alla base del palo, protetto dal buio della notte, e tanti saluti. Non c’è (almeno per il momento) telecamera di sorveglianza che tenga: Veloman rimane senza volto e senza nome.

Uniche tracce, i luoghi in cui ha colpito: due volte in Alto Polesine, due alle porte del capoluogo, tre nel Basso Polesine. E le date: due apparizioni a maggio, poi luglio, agosto, novembre, per arrivare alla “doppietta” di Natale. Alternando le apparizioni dal punto di vista territoriale e temporale. Difficile capire la logica, impossibile capire se si tratti di una vendetta per le multe prese o di una battaglia “ideologica”, impensabile pronosticare dove e quando si manifesterà ancora. Anche perché, con decine e decine di impianti, tra apparecchi attivi h24 e velobox, disseminati sulle strade del Polesine, sulla carta il tagliatore folle non ha che l’imbarazzo della scelta.

Restano le domande. E’ possibile che a fare tutto questo sia davvero una sola persona? O è piuttosto un gruppo coordinato, che risponde dunque a una medesima regia? E se fossero invece cellule indipendenti, attivate per emulazione? Bisognerebbe risalire al primo Veloman, quello di Bosaro. Tutte domande destinate a restare senza risposta. Per saperne di più, dunque, non resta che aspettare che faccia di nuovo la propria comparsa. Come si dice: la saga continua...

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Commenti all'articolo

  • diduve

    30 Dicembre 2023 - 07:46

    - velox + forze dell'ordine in carne e ossa.

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