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VENETO

Strage di Mestre, è ancora mistero sulle cause

Ecco a che punto è l'inchiesta

Neonato di 4 mesi muore all'improvviso in casa

Sono trascorsi tre lunghi mesi dalla terribile tragedia avvenuta alle 19.38 del 3 ottobre scorso, quando un bus della società di trasporti La Linea, operante sulla tratta tra Venezia e il campeggio Hu di Marghera, precipitò dal cavalcavia superiore di Mestre. L'incidente causò la morte di 21 persone, tra cui l'autista Alberto Rizzotto di 40 anni, e ferì altre 15.

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In questo periodo, l'inchiesta affidata alla pubblico ministero Laura Cameli ha compiuto progressi significativi, con l'iscrizione nel registro degli indagati di tre dipendenti comunali e del legale rappresentante della società di trasporti. Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro, responsabili del settore Viabilità e delle Manutenzioni del Comune, insieme a Simone Agrondi, dirigente dei Lavori pubblici a Ca’ Farsetti, si trovano ora al centro di attenzioni legali, difesi da avvocati di rilievo.

La questione centrale è comprendere le cause dell'incidente e individuare le responsabilità. L'amministratore delegato de La Linea, Massimo Fiorese, risulta anch'esso indagato e sarà parte integrante dell'inchiesta in corso.

La struttura del cavalcavia e il mistero del varco. Uno degli aspetti chiave dell'inchiesta riguarda la struttura stessa del cavalcavia. Simone Agrondi, responsabile dei lavori pubblici, era anche a capo del piano di manutenzione straordinaria del cavalcavia, i cui lavori erano iniziati poco prima dell'incidente. L'attenzione si focalizza su un vecchio varco di servizio, che potrebbe aver contribuito all'incidente. Gli esperti incaricati, tra cui l'ingegnere Placido Migliorino, stanno conducendo approfondite analisi, con la relazione finale attesa tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio.

Il cuore dell'autista e le possibili implicazioni legali. Un'altra componente cruciale delle indagini è rappresentata dal cuore dell'autista Alberto Rizzotto. L'ipotesi di un malore improvviso è stata sollevata dopo che esami iniziali hanno evidenziato possibili anomalie. La procuratrice ha incaricato l'anatomopatologa Cristina Basso di eseguire ulteriori analisi. Questo aspetto è particolarmente delicato, poiché la morte per malore potrebbe configurare un "caso fortuito", con impatti significativi sui risarcimenti da parte della compagnia assicurativa Allianz, la cui posizione ufficiale è attesa dopo il deposito delle consulenze.

Analisi dello sterzo del bus e altri dettagli tecnici. Le indagini si estendono anche allo sterzo del bus. Le perizie sono in corso per stabilire se la rottura della ruota anteriore destra abbia avuto un ruolo nel tragico incidente. Ulteriori approfondimenti includono la valutazione dei filmati della scatola nera con le registrazioni delle telecamere interne del bus.

In conclusione, a tre mesi dall'incidente, l'inchiesta è in una fase cruciale. La prossima relazione dell'ingegnere Placido Migliorino, le analisi sul cuore dell'autista e gli esiti delle perizie tecniche determineranno il futuro della procedura legale e l'attribuzione delle responsabilità. 

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Commenti all'articolo

  • frank1

    02 Gennaio 2024 - 12:20

    Hanno parlato di tutto.fuorchè della cosa che per me è la principale causa:rottura dei freni.giustificata dal fatto che l'autista per poter rallentare il mezzo,ha strisciato con il guarraill..ma ha trovato il varco.i FRENI!!!

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