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IL LUTTO

Si è spento il senatore Crescenzio

Latinista e preside, ebbe incarichi in Provincia e in Fondazione Cariparo. Azzi: “Bella figura”

Si è spento il senatore Crescenzio

Il Polesine perde Mario Crescenzio, preside, politico, latinista, uomo di cultura. Consigliere e assessore provinciale prima, senatore per 7 anni poi, punto di riferimento per una comunità.

Mario Crescenzio, 81 anni, lascia la moglie Luciana e i figli Paola e Davide oltre a parenti e amici. Per sua espressa volontà, i funerali saranno celebrati nella chiesa di Arquà Polesine, suo paese d’origine, in forma strettamente privata. L’annuncio della morte è stato dato dalla famiglia, ed è stato accolto con “dolore e dispiacere” da quanti lo hanno conosciuto e hanno avuto modo di apprezzarne le doti umani e professionali.

E sono proprio queste due parole, dolore e dispiacere appunto, quelle con cui ha accolto la notizia Carlo Alberto Azzi, uomo “forte” nell’allora Pds-Ds a cavallo tra gli anni ’90 e i Duemila, quando la carriera politica di Crescenzio era allo zenit.

Un mondo, quello politico, in cui Crescenzio, insegnante e appassionato conoscitore della lingua latina e poi preside di ruolo per lunghi anni, è approdato nel 1985, a 43 anni, quando per la prima volta è stato eletto nel consiglio provinciale di Rovigo, incarico in cui è poi stato confermato alle successive elezioni, nel 1990. Nello stesso anno è stato anche eletto consigliere comunale a Fratta Polesine. Con lo scioglimento del Pci, Crescenzio aderisce al Partito democratico della sinistra: per un anno, dal 1993, fa parte della giunta provinciale “trasversale” guidata da Alberto Brigo, poi il grande salto a palazzo Madama, dove viene eletto nel 1994, nella legislatura durata poi due soli anni, per essere confermato nel 1996, sotto le insegne del Pds.

In questi cinque anni di legislatura, si distingue per il suo lavoro nella commissione bilancio. “Un lavoro per il quale il senatore Morando, responsabile per il nostro partito, lo elogiò moltissimo”, ricorda ancora Azzi. “Si era molto interessato all’argomento, e portava ai nostri amministratori molte spiegazioni e delucidazioni importanti. La sua candidatura - lo ricorda ancora l’ex compagno di partito - era stata scelta per l’alto valore culturale della sua figura: aveva dedicato gran parte della sua vita alla scuola, ed era un grande latinista. Diede il suo apporto al Polesine anche con consigliere della Fondazione Cariparo. La sua è stata davvero una bella figura”.

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