VOCE
VENETO
04.01.2024 - 07:49
Foto d'archivio
Si avvicina il primo anniversario dell'annuncio del governatore Luca Zaia riguardante la creazione di un Centro regionale per i disturbi dell'identità di genere, e sembra che le fasi di realizzazione siano ormai in dirittura d'arrivo. Il progetto, inizialmente annunciato a marzo 2023, potrebbe vedere la luce a breve.
La struttura, destinata ad essere operativa presso l'Azienda Ospedale Università di Padova, rappresenta un passo importante nel fornire un supporto mirato alle persone che affrontano la disforia di genere, una condizione caratterizzata dalla percezione persistente di un'identità di genere diversa dal sesso assegnato alla nascita.
Il progetto, affidato all'Azienda Ospedale Università di Padova, è stato redatto in modo approfondito, dettagliando le professionalità necessarie e garantendo una gestione multidisciplinare. Il coordinatore del servizio, l'endocrinologo Andrea Garolla, vanta un'esperienza significativa nella gestione del gruppo interdisciplinare di incongruenza di genere già attivo a Padova.
Con l'approvazione della copertura dei farmaci necessari da parte del Sistema sanitario nazionale nel 2021, le richieste di assistenza sono più che quadruplicate, superando la soglia dei 200 pazienti solo in Azienda. Questo sottolinea l'urgenza e la necessità di un Centro dedicato che possa rispondere alle esigenze crescenti di questa comunità.
Il percorso per il cambiamento inizia con una valutazione psicologica seguita da esami ematochimici e strumentali. In caso di patologie, il paziente è preso in carico da un gruppo multidisciplinare, altrimenti viene avviato il piano terapeutico con controlli regolari. Il processo completo dura almeno un anno e culmina con la richiesta formale al giudice per il cambio di genere, che può essere anagrafico o anche chirurgico.
Il Centro, quando operativo, offrirà a Padova tutti gli interventi di demolizione, compresi quelli che coinvolgono la rimozione di testicoli, utero, ovaie e mammelle, con possibilità di ricostruzione mammaria per gli uomini. Fino alla formazione degli specialisti, la chirurgia ricostruttiva sarà temporaneamente affidata a centri già esperti in questo campo.
La questione della preservazione della fertilità prima di intraprendere il percorso, che può portare alla sterilità, è stata sollevata, chiedendo che questa possibilità rientri nei livelli essenziali di assistenza.
In attesa dell'approvazione definitiva, il fascicolo del progetto è ora sul tavolo del Direttore Generale della Sanità, Annicchiarico, che potrebbe licenziare la pratica con la prospettiva di vedere il Centro operativo già in primavera. La testa del Centro rimarrà a Padova, ma è stato richiesto un raccordo con l'Azienda sanitaria veronese per garantire un coordinamento efficace e preservare competenze importanti.
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