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LA STORIA

Una polesana alla corte di Babbo Natale

Francesca Simoni a Rovaniemi: “Il mio lavoro nasconde una missione speciale: rimandare le persone a casa piene di gioia”

Una polesana alla corte di Babbo Natale

L’elfo preferito da Babbo Natale... parla polesano! Incredibile a dirsi, o quasi. Ma a Rovaniemi, città nella Lapponia finlandese nota per essere la città... natale di Santa Claus, c’è una ragazzi di Porto Viro che, di lavoro, fa proprio l’elfo per il “vecchietto” più amato dai bambini di tutto il mondo.

Lei si chiama Francesca Simoni, ha 39 anni, viene da Porto Viro ma si è trasferita oltre il circolo polare per dopo essere stata selezionata per fare l’elfo nel villaggio di Babbo Natale. Per lei, un sogno che si è realizzato. Dopo essersi laureata all’università degli studi di Firenze, Francesca era stata ad Helsinki nel 2010 per un Erasmus e quei posti non li ha mai dimenticati. Da sempre, poi, è legata alla magia del Natale, tanto che ha deciso di partecipare ad una selezione per lavorare come “elfa” durante le festività appena passate.

“Il Natale è un periodo dell’anno a cui sono molto legata fin da bambina - racconta Francesca, direttamente da Rovaniemi - e, dopo anni a zonzo per il mondo, mi sembrava giunto il momento di onorare questa passione e andare dove il Natale lo ‘fabbricano’, al Polo Nord”.

Francesca, cosa fai esattamente durante le tue giornate da elfa?

“Dipende dalle giornate. A volte accompagno i bambini da Babbo Natale, altre volte sono nella ‘libreria fotografica’ dove mostro alle persone le foto appena scattate con Babbo Natale. Si lavora tanto in questo periodo, e il passo è spesso sostenuto. Nonostante ciò, c'è qualcosa di veramente magico nel vedere tanti adulti tornare, per un attimo, bambini”.

Come ti trovi in questo particolare mondo?

“Molto bene. In realtà, anni fa, avevo già vissuto in Finlandia e me ne sono innamorata. Ho sempre pensato che sarei tornata prima o poi. Mi piace questo inverno rigido, che ti costringe a rallentare, coprirti per bene, guardare dove metti i piedi. In posti come questo il rapporto con la natura è amplificato dalla sua potenza, e forse è stato questo uno dei motivi per cui ho sempre amato questo Paese”.

Ci racconti qualche episodio particolare?

“Direi che è doveroso menzionare quella volta che mi hanno mandato a chiamare dal gift shop perché era arrivato un influencer italiano per fare un servizio video. Appena l’ho visto ho scoperto che era il mitico Tony Sugaman, venuto per girare un contenuto per la seguitissima pagina ‘Il Veneto imbruttito’. Ma poi ci sono tanti piccoli aneddoti variopinti: proposte di matrimonio, persone che si fanno tremila chilometri in auto per portare i loro cani da Babbo Natale; una signora ucraina che piangeva di commozione perché ancora non credeva che Babbo Natale parlasse la sua lingua, e questo le aveva davvero, in qualche modo che si annida nell’inspiegabile, dato un briciolo di speranza in più per il suo Paese sconvolto dalla guerra”.

“In questo lavoro - conclude Francesca - si maneggiano i sogni delle persone, grandi e piccoli. E allora per me diventa anche una missione speciale: quella di fare il possibile perché le persone se ne vadano di qui con l’unica cosa che non si può comprare: un po’ di magia”.

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