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ROVIGO

“In carcere troppi detenuti e poche guardie”

L'allarme del garante

“In carcere troppi detenuti e poche guardie”

Sabato scorso il garante dei detenuti Guido Pietropoli, ha avuto un lungo incontro con il nuovo direttore della casa circondariale di Rovigo, Mattia Arba.

“Il direttore mi ha manifestato la sua grande apprensione per il notevole incremento della popolazione - ha dichiarato Pietropoli - da una media di circa 210 presenze si è passati recentemente a 270 unità cioè 60 detenuti in più. Non si tratta di numeri eccezionali; gli spazi disponibili a Rovigo sono lontani dalla saturazione; il problema è quello dell’organico che non ha beneficiato dello stesso 30% in più di addetti; già carente gli anni scorsi ora il personale deve svolgere il suo lavoro esponendosi a maggiori rischi anche per il rapporto sfavorevole detenuto/agente”.

Nei primi nove giorni dell’anno - tra il 5 e il 14 gennaio - si sono suicidate nelle carceri italiane quattro persone; a questi morti vanno aggiunti altri 14 decessi “per cause naturali”. “Il personale degli istituti di contenzione svolge un lavoro molto difficile a diretto contatto con i detenuti e tutto quanto presiede all’autocontrollo in quanto dovuto per rispetto all’umanità dei reclusi può venire meno a causa del super lavoro - scrive ancora Pietropoli - Simmetricamente, se viene messa in discussione la comfort zone dei detenuti si riduce o si annulla l’autocontrollo di ciascun recluso e con esso la fiducia/rispetto nei confronti dell’istituzione”.

Rovigo è lontana dagli indici d’affollamento delle altre carceri italiane (+ 232,10% a San Vittore a Milano, + 204,95% a Canton Mombello a Brescia, 204,44%, 204,44 a Lodi, + 195,36 a Foggia …) ma è giusto ricordare che l’istituto assolve da molti anni un ruolo aggiuntivo che non le compete in quanto ospita anche un centinaio di detenuti di alta sicurezza senza che l’organico sia stato rivisto e incrementato.
Qui, nel reparto di Alta sicurezza, nei giorni scorsi un problema all’impianto di acqua calda, che ha lasciato i detenuti al freddo. Ora finalmente risolto.

“A più riprese alti esponenti del Governo hanno promesso il passaggio di rango e l’adeguamento del personale fortemente carente per numero. Alla fine lo Stato chiede a una utilitaria di assolvere il compito di un autotreno”, conclude Pietropoli.

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