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“C’è ancora carenza di medici. E servono anche più posti letto”

Il presidente dell’ordine: “C’è stata una programmazione nazionale sbagliata”

“C’è ancora carenza di medici. E servono anche più posti letto”

Francesco Noce, presidente dell'ordine dei medici di Rovigo e presidente della Federazione regionale degli ordini dei medici chirurghi del Veneto è stato ieri ospite a “Eccellenti, storie che lasciano il segno” per discutere sul tema della sanità non solo relativamente alla nostra provincia, ma anche ad ampio raggio.

Quanti sono i medici nella nostra regione?

“In questo periodo c'è carestia di medici per diversi fattori: una programmazione sbagliata a livello nazionale, per cui non si sono create le figure che potessero andare a sostituire i medici vicini alla pensione e le poche borse di studio per formare gli specialisti nella sanità. I medici in Italia sono carichi di lavoro perché ci sono pochi medici, quindi fanno turni impossibili. Negli ultimi 10 anni circa 15.000 medici italiani sono andati a lavorare all’estero. Dal 1 gennaio 2024 ad oggi già 682 medici hanno chiesto di andare a lavorare all’estero”.

Per provare a sopperire la mancanza di medici potrebbe essere una soluzione l’abolizione del numero chiuso nelle università di medicina?

“Il numero dei medici dovrebbe essere programmato in base alla necessità di medici nel paese in rapporto sia al numero di persone, sia alla capacità dell'università di completare la formazione degli studenti”.

La carenza di posti letto causata dai tagli importanti che sono stati fatti negli anni passati in questo momento mette a rischio la capacità operativa dei reparti degli ospedali…

“In Italia il numero di posti letto è di 2,7 per mille abitanti e questo incide anche sull'attività di pronto soccorso: spesso per le persone che accedono al pronto soccorso non si riesce a trovare un posto letto nel reparto indicato e per questo vengono spostati in reparti non specializzati o in astanteria”.

Sembra che ci sia una piccola apertura e una piccola ricostruzione al mondo della sanità da parte del governo. È così?

“Negli ultimi 10 anni, fino all'anno del Covid, ci sono stati dei tagli fino a 37 miliardi di euro nella sanità. Nell'ultimo anno è stata aumentata la spesa sanitaria di 4 miliardi e questo è già un buon segno”.

Negli anni sono stati istituiti degli importanti presidi come le Utap, gli ambulatori di medicina integrata…

“Le medicine integrate sono state una grande innovazione fatta con la regione Veneto, hanno permesso ai medici il confronto di pareri e informazioni. Queste hanno personale infermieristico e di segreteria che aiutano i medici nella burocrazia, nella gestione del laboratorio e delle telefonate dei pazienti. Al momento anche il personale di segreteria è molto limitato e questo rallenta le tempistiche”.

La tecnologia può aiutare gli assistiti?

“Sono numerosissime le innovazioni dovute all’unione di tecnicismo e umanesimo, tra quelle che mi hanno maggiormente colpito la possibilità di stampare in 3D l’immagine del feto durante le ecografie. Un’innovazione importantissima soprattutto per i non vedenti che attraverso la loro sensibilità tattile riescono a vedere il volto di un bimbo prossimo alla nascita”.

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