VOCE
IL CASO
25.01.2024 - 21:00
Il caso Veloman approda anche in consiglio regionale. L’intervento è del presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti commentando i recenti episodi che hanno visto la distruzione di una quindicina di autovelox tra le province di Padova, Rovigo, Treviso e Belluno e sui quali stanno indagando sia la procura di Rovigo che quella di Padova.
Oltre al Veneto, finora la regione più colpita, episodi simili si sono verificati anche in Lombardia e Piemonte. “Non è con atti di vandalismo - ha detto - che si esprime il dissenso: fenomeni come la distruzione di autovelox, da parte di ignoti, verificatisi in diverse province della Regione negli ultimi mesi, devono essere condannati in modo netto, rappresentando peraltro, oltre che un danno ad un bene pubblico con conseguenze potenzialmente pericolose, anche un fenomeno che può dare adito - alimentato anche dalla condivisione in rete - a pericolose derive emulative, che si traducono in un sentimento di malcontento diffuso e inneggiano all’illegalità".
"Il Veneto ha fatto del tema della sicurezza stradale una battaglia di civiltà, considerando la deterrenza solo come uno degli strumenti utilizzabili: sono piuttosto la condivisione di comportamenti virtuosi, la prevenzione e la comprensione che il rispetto, altrui e di sé, è la base del vivere civile a rappresentare i pilastri su cui deve poggiare un sistema sicuro di trasporti su strada”. E ancora: “Il moltiplicarsi del fenomeno e soprattutto la sua condivisione devono tuttavia imporci una riflessione: spesso cittadini e automobilisti sono convinti che i misuratori di velocità siano strumenti vessatori, utili solo a fare cassa. Non è così, al di là del fatto che i proventi derivanti dalle multe comminate vengono utilizzati per interventi sulla viabilità".
"E’ su questa percezione che come istituzione dobbiamo impegnarci, evitando la diffusione di un malcontento strisciante che è proprio il contesto dal quale si alimentano episodi vandalici e di violenza come quelli a cui stiamo assistendo. Il dialogo con i cittadini e la diffusione di una cultura della sicurezza sono gli strumenti più efficaci, non la distruzione del patrimonio collettivo”.
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