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agricoltori in protesta

“La politica agricola Ue non va bene”

“Anche in Polesine situazione difficile, soprattutto nella frutticoltura e nei cereali”

“La politica agricola Ue non va bene”

Il presidente di Confagricoltura Rovigo, Lauro Ballani, ai microfoni di Delta Radio, è intervenuto sulla protesta che ha visto moltissimi agricoltori, alcuni anche polesani, manifestare a Verona. Una iniziativa promossa dagli agricoltori autonomi, sotto la sigla del "Comitato degli agricoltori traditi" che già nei giorni scorsi è sceso in piazza in alcune città italiane, allargando la protesta avviata da qualche settimana in Germania, Francia e Romania.

La protesta nella città scaligera riguardava la difesa dell'agricoltura e dei territori, del lavoro e delle piccole imprese e contro le importazioni, i sindacati, le banche, le grandi confederazioni agricole. Nel mirino la carne coltivata, le farine d'insetti, le tasse, il gasolio, la svendita dei terreni, contro il falso made in Italy e contro l’Europa delle banche e la burocrazia. Sulla vicenda, Ballani non ha nessun dubbio e si schiera al fianco di chi è andato a manifestare.

“Abbiamo problemi che ci accomunano alle altre nazioni europee ma abbiamo anche leggi nazionali che ci ostacolano - afferma Ballani - Ogni stato membro ha i suoi problemi e per questo le proteste nei vari stati non sono animate dalla stessa motivazione. Quella che ci lega un po’ tutti è la Pac, politica agricola comune, per il periodo 2023-2027, che noi da subito abbiamo contestato perché non tiene conto dei cambiamenti socio economici degli ultimi anni. Questa Pac ridistribuisce agli stati membri delle indicazioni e degli incentivi, in cambio di un impegno ad applicare determinate tecniche e norme – prosegue - In quest’ultima riduzione, ad esempio, si parla della messa a riposo dei terreni che, in qualche caso, diventa per noi quasi impossibile. Basti pensare agli allevatori che avranno un danno economico davvero importante”.

E ancora: “Noi critichiamo aspramente questa politica che va in una direzione opposta al ruolo che da sempre ha l’agricoltura: quello di produrre. Invece, ci chiedono di ridurre le superfici coltivate e le produzioni. Critichiamo anche le eccessive importazioni di grano dall’Ucraina che, di fatto, rende invendibili i nostri prodotti. Chiediamo che vengano ripristinate delle regole perché i prezzi dei nostri prodotti sono calati del 40% mentre al supermercato, il costo è rimasto quello se non addirittura aumentato. Chiediamo una inversione di rotta della Pac che ci consenta di continuare a produrre”.

Parlando della nostra provincia Ballani aggiunge: “Non siamo assolutamente tranquilli - conclude - la situazione è pesante in molti settori come, ad esempio nella frutticoltura e nella produzione e nella produzione e di cereali. A questo va aggiunto il ripristino dell’Irpef, che penalizza i nostri bilanci, e lo spauracchio che nel 2026 possano venir meno le agevolazioni sul gasolio. Questo dobbiamo assolutamente evitarlo in quanto abbiamo acquistato macchinari che funzionano a gasolio e rischiamo di fermarli perché non ci sono alternative. Bisogna lavorare da subito per questo. Devono metterci nelle condizioni di avere un minimo di reddito e darci regole certe in modo tale da avere periodi di stabilità per poter programmare i nostri investimenti”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    26 Gennaio 2024 - 08:11

    se ne sono accorti solo ora?? avevan cominciato con le quote latte...poi con l'olio tunisino senza tasse per venderlo in italia!!..per finire con la pesca.che aspettiamo a mandarli tutti i a casa??

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