VOCE
Adria
31.01.2024 - 11:30
In vista della manifestazione contro le estrazioni di idrocarburi in Alto Adriatico in programma sabato prossimo, il movimento civico Impegno per il bene comune invita alla partecipazione e spiega le ragioni per opporsi a quelle estrazioni.
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“Sono le motivazioni – ricordano i civici - esposte tra i primi e con particolare forza dall'ingegner Mario Zambon, professore dell'Università di Padova, polesano, che denunciò i rischi di una pratica che tanti danni e ferite al territorio aveva già provocato. Sono i ‘No’ che i nostri Consorzi di bonifica corredano da anni con dati e numeri inconfutabili".
"Le conseguenze delle estrazioni del passato sono state un abbassamento del suolo, in alcune zone anche di oltre tre metri. Oggi continuiamo a pagare quella scelta degli anni Cinquanta e Sessanta, che si è rilevata economicamente vantaggiosa solo per chi estraeva, mentre l'onere economico di mantenere il Delta come ‘terra emersa’, continua a ricadere sull'intera comunità”.
E ancora: “Ogni anno vengono spesi milioni di euro per alimentare le pompe, per realizzare e mantenere difese contro alluvioni e inondazioni. Se oggi si riprendesse l'attività estrattiva il suolo, già in buona parte sotto il livello del mare, tornerebbe ad abbassarsi e le idrovore attuali, già potenti ed energivore, non basterebbero più. Anzi non funzionerebbero più, perché non funzionerebbe più l'intero sistema di sicurezza idraulica. Per evitare che l'acqua invada inesorabilmente un vasto territorio occorrerebbero ingenti investimenti per alzare gli argini, modificare il livello delle condotte, potenziare le pompe. Ancor più importanti e costose dovrebbero essere le opere per ridurre la salinità dell'acqua dei fiumi, dovuta alla risalita del cuneo salino dal mare nei corsi d'acqua dolce, fondamentali per l'irrigazione dei campi”.
A questo punto Ibc si domanda: “Dove sta il vantaggio economico del via libera alle trivelle? A fronte di un limitato contributo all'autonomia energetica nazionale c'è la certezza di un dispendio energetico ed economico notevole e un impoverimento di un intero territorio: un bilancio decisamente in rosso”.
La presa di posizione Ibc si conclude con una punta di amarezza: “È evidente che non ne vale la pena e ci stupisce che ci sia ancora chi propone e difende questo tipo di attività nel nostro Polesine, perché non si deve ragionare solo in termini probabilistici, invocando quindi il principio di precauzione: le conseguenze sono certe e sono già state tristemente sperimentate”.
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