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LA LAUREA DI GIULIA CECCHETTIN

Tutta la storia di Giulia in un papiro

Gli amici le hanno dedicato post mortem il classico manifesto, per renderle ancora una volta, onore

Tutta la storia di Giulia in un papiro

Giulia Cecchettin

Lo hanno affisso lungo il Piovego, a Padova, dopo il conferimento della laurea in Ingegneria biomedica a Giulia Cecchettin. Il papiro di laurea la descrive con tutte le sue caratteristiche più buffe, è il regalo degli amici per una festa che ha l'amaro in bocca, ma che rende onore a una giovane grande donna. 

"Giulia Cecchettin è dottoressa in Ingegneria biomedica", c'è scritto sul papiro. Sullo sfondo, l'inconfondibile mole di Porta Portello, nel quartiere universitario di Padova. Mon c'è Giulia Cecchettin a festeggiare con papà Gino, con i fratelli Elena e Davide, con tutti i parenti e amici. Non c'è lei che, ridendo, legge il componimento in rima, né gli altri attorno che scattano foto a ripetizione.

Questo papiro è una sorta di moderno memoriale. Ecco il testo integrale, che commuove, mentre vorrebbe far sorridere, fa scendere più di una lacrima. E' la celebrazione della vita, oltre la morte, più forte della morte. 

Quando all’asilo andavamo insieme

tornare a casa con il pulmino era un piacere.

E a fine anno la cerimonia,

si cambia classi per tutti è una gioia.

Ma quando a media sei stata proclamata

a piangere hai passato una giornata.

Non c’era modo di farti fermare

‘No, una piccola voglio restare!’ Succhiare il pollice era la tua cosa preferita

soprattutto se ai capelli arrotolavi le dita

Peccato che spesso finiva in disperazione

e alla mamma toccava la delicata operazione

Tempo dedicava a snodare il tuo misfatto

per non dover ricorrere alla forbice ogni tanto. Ai pranzetti della nonna Bruna non potevi certamente mancare

primi e secondi ti piaceva sempre sminuzzare

e farti tanti piccoli deliziosi panini

per goderti al meglio tutti i singoli spuntini

E dopo ore di studio matto e disperatissimo

Trovavamo sempre da fare un nuovo gioco divertentissimo

Le partitelle a monopoli che finivamo desfati

In cui tu eri la banca e noi gli indebitati

E quando le mamme ci venivano a prendere

Stavano a parlare ore e ore ininterrottamente

Permettendoci di giocare un altro pochino

Nella speranza di bere del tè con qualche biscottino. Ai tempi del liceo tanto famosa eri

per il tuo odio verso i parrucchieri,

con le forbici quindi diventasti esperta

tranne quando si trattava di tagliare la tua povera frangetta.

A volte troppo lunga, a volte troppo corta,

ti rassegnasti ad averla sempre un po’ storta. Ripensando al liceo e alle ore di motoria

i tuoi saltelli ci tornano sempre alla memoria.

A far questi tu eri tanto agile e brava

e la dimostrazione a te sempre toccava.

Nel farli spesso felice sembravi

ma dentro un grande odio provavi.

Forse per questo ad un rimedio hai dovuto pensare

e tra tutti, le stampelle hai voluto utilizzare.

A questo piano eri cosi devota che con nostra meraviglia

quattro o cinque volte hai slogato la caviglia.Tra finestre spaccate e vicini spaziali,

le nostre avventure estive sono sempre state un po' speciali.

Al mare c'è da dire che qualche usanza particolare adottavi,

come il metodo preciso con cui la crema solare applicavi.

Meticolosamente ogni mattina tutti tuoi nei coprivi uno ad uno

perché contro i raggi UV non volevi correre rischio alcuno.

Una possibilità non avevi peròconsiderato,

cioè che tutto il resto si sarebbe comunque bruciato!

Dopo la Sicilia quest’errore mai più ripetesti,

ma per una settimana il look da Pimpa tuo facesti. Dopo aver scoperto di un'antica tradizione, anche tu hai ceduto alla superstizione.

Così, tra le tante cose da fare a capodanno,

ne hai aggiunta una alla lista che forse non tutti sanno.

Non importa se il conto alla rovescia è già cominciato,

il denaro per l'anno successivo va assicurato!

Per questo motivo mentre tutti escono a vedere le scintille,

potresti trovarti ancora in cucina a mangiare le lenticchie. Una serata d'estate attorno ad un tavolino, tutte in chiaro bisogno di un pisolino,

un oggetto un po' particolare hai notato;

"nonna papera", un vecchio detersivo aranciato.

L'amaro nel bicchiere ci ispirò a cantare

e in un attimo una canzone si iniziò a creare.

Così quella sera che per i vicini fu un supplizio,

della nostra breve carriera musicale fu l'inizio. Certe volte anche i viaggi di ritorno sono un'avventura, e quello dalla Puglia fu certo motivo di paura.

I problemi coi trasporti non potevano mancare,

e per un bus in ritardo la coincidenza del treno potevamo salutare.

Correndo con valigie e mascherine la stanchezza era inevitabile,

ma arrivammo di un minuto in orario grazie all'accendino di Padre Pio,

dal valore inestimabile. Infinite son le sfide che un'oplita affronta senza sella

Con il tram ti inoltravi nella malfamata Arcella

I campi di atletica solcavi con furore

Nemmeno ai gradoni guardavi con timore

Ne mille ripetute ne ostacoli, o circuiti per inciso

Non c'erano fatiche che ti togliessero il sorriso

Tra gli anziani del gruppo restavi la più saggia

In pausa eri l'unica ad avere la Borraccia Un bel giorno accanto alle rive del piovego,

di questo oggetto misterioso imparasti l'impiego.

La linguetta tirasti fuori per la troppa concentrazione

e poi subito un sorriso a 52 denti per l’eccitazione.

Ariel da Scuttle l’uso dell’arricciaspiccia ha compreso,

e tu quello dell’accendino con noi hai appreso

Così a 20 anni capisti come si accende,

quell’oggetto magico che con il fuoco splende. Una sola è l'esclamazione che ti viene in mente, quando il disappunto nella tua testa si fa presente.

Chissà da dove arriva questa parola speciale,

che al posto di "cazzo" sei solita utilizzare.

Cosi ti sentiamo dire "caspiolacchio" tutta infastidita,

dopodiché nessuno nella piaga osa mettere le dita. Se per caso dopo il pranzo te ne avanzano, non buttarle!! Sai che a lei sempre garbano.

Soprattutto dopo la mensa questi suoi averi moltiplica,

perché dei compagni tutte le raccoglie senza fatica.

Ancora non si sa come il suo giubbotto blu

cosi tante ne contiene, perché di bustine di tutti i condimenti le sue tasche son piene.

Se mentre sei a lezione senti un certo languorino,

lei è subito pronta a fare come la nonna col nipotino.

Dal suo zainetto viola che di tutto un po' contiene,

estrae una bizzarra scatolina dal cui contenuto nessuno si astiene.

Qualsiasi gusto in essa si si riesce a trovare,

e sulle "caramelle salva fame" di Giulia puoi sempre contare.

Incredibili doti artistiche ti caratterizzano ma questa sicuramente non tutti se l’aspettano.

Dopo le lezioni spesso l'autobus devi rincorrere

perché i bambini ai compleanni devi raggiungere.

Nonostante le varie prove per i faticosi balletti

per tuo dispiacere questi non sono mai ben accetti.

Certo è che con Giulia i bimbi riuscite sempre ad intrattenere

facci allora vedere come balli "stendi i panni” per piacere. Giulia, con abilità, ogni anno nascondi la tua vera età dichiarando meno anni di quanti tu ne abbia in realtà.

Ad onor del vero, molta gente, e siam sinceri,

maggiorenne non ti fa e tu con fierezza e un pizzico di vanità

Porti a casa questa effimera verità. L'etimologia non ti è mai stata sconosciuta

Ma talvolta le parole composte ti hanno scioccata

Come "falegname" che legname fa

E "asciugamano" che la mano asciugherà

"sbucciare", invece la buccia toglie

E tu sei felice di aver scoperto queste meraviglie.

(testo raccolto da Rocco Currado)

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