VOCE
CACCIA
05.02.2024 - 12:30
150 verbali e 14 denunce penali: è il bilancio dei controlli sinora svolti, nel corso della stagione venatoria, dalla polizia provinciale, assieme, per quanto riguarda il Bassopolesine, ai carabinieri del Soarda (Ossia i ‘reparti speciali’ dei carabinieri forestali).
Il Delta rappresenta, infatti, un territorio che, di recente, è stato messo al centro di numerose e importanti operazioni anti bracconaggio. Questo grazie anche alla costante mobilitazione di associazioni ambientaliste e Wwf in particolare che, con vari filmati che hanno avuto anche eco nazionale, hanno documentato una diffusa situazione di illegalità, in particolare nelle lagune, per quanto concerne l’impiego di richiami elettroacustici, vale a dire dispositivi elettronici, vietati dalle normative di settore, che riproducono incessantemente il verso della specie oggetto di caccia, in modo da richiamare - come dice il nome - esemplari da abbattere.
Le segnalazioni alla Procura della Republica, estendendo l’analisi a tutto il territorio provinciale, hanno poi riguardato anche l’impiego di collari elettronici, utilizzati per “educare” e “addestrare” il cane infliggendogli una scarica elettrica quando attua un comportamento non ritenuto ammissibile o desiderato.
Si è proceduto anche per abbandono di munizioni, una fattispecie vietata e, in alcuni casi, per utilizzo di munizioni al piombo, deleterie per animali e ambiente, in particolare nelle lagune, dove entrano nel ciclo alimentare, con danni estremamente pesanti.
Non solo il Delta è stato teatro di operazioni e controlli di questo tipo: anche l’Altpolesine, dove pure la caccia è diffusissima, è stato costantemente monitorato. In questo caso, le problematiche più frequentemente emerse sono state il mancato rispetto della distanza di sicurezza dalle abitazioni, l’abbattimento di specie non cacciabili o la caccia di esemplari in un numero superiore a quello consentito.
Importante sottolineare come queste infrazioni siano state contestate a una minoranza di cacciatori, a fronte di una maggioranza che rispetta le regole.
Un numero minoritario, quindi, quello raggiunto da verbali e denunce, ma che riesce a fare sentire pesantemente la propria presenza, in negativo, in particolare nelle zone lagunari, che rappresentano, soprattutto durante la stagione migratoria, una vera e propria “autostrada” per la fauna selvatica e che, di conseguenza, minacciano di diventare una specie di “paradiso” dei bracconieri.
Fortunatamente, nell’ultimo periodo, la grande attenzione posta al fenomeno dai carabinieri, che si sono aggiunti agli uomini della polizia provinciale, ma anche dalle istituzioni, dalle associazioni ambientaliste e dai volontari, sta portando a una graduale modifica della sensibilità.
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