VOCE
VENETO
09.02.2024 - 14:15
Venerdì mattina, un gruppo di circa trenta attivisti del centro sociale Rivolta ha preso d'assalto la sede del consolato ungherese a piazzale Roma, a Venezia. Con uno striscione recante la scritta "Ilaria Salis libera subito", hanno espresso il loro forte dissenso riguardo alla detenzione della 39enne italiana in Ungheria dall'11 febbraio scorso, con l'accusa di lesioni a due neonazisti.
L'iniziativa, coordinata dall'attivismo locale, è avvenuta mentre il ministro della giustizia, Carlo Nordio, era in visita a Padova, suscitando un richiamo immediato all'attenzione mediatica e politica sulla vicenda di Ilaria Salis.
Gli attivisti hanno chiarito le loro ragioni: considerano il processo a Ilaria Salis una farsa, volta esclusivamente a reprimere l'antifascismo in un contesto dove si registrano politiche di tolleranza e addirittura promozione delle ronde anti-migranti ai confini ungheresi, accanto a una politica antidemocratica.
Il caso di Ilaria Salis ha suscitato l'indignazione di numerose associazioni internazionali per i diritti umani. Le testimonianze del padre di Ilaria, Roberto Salis, evidenziano le gravi condizioni di detenzione, con un contesto carcerario infestato da scarafaggi, topi e cimici da letto, oltre all'impossibilità di comunicare regolarmente con l'esterno.
Gli attivisti hanno anche criticato il governo italiano, affermando che non si è dimostrato particolarmente vicino alla connazionale detenuta all'estero, limitandosi a richiedere un equo processo.
Aurora D'Agostino, avvocata di Ilaria Salis, insieme al collega Giuseppe Romano, si è recata a Budapest come osservatrice internazionale per partecipare all'udienza della giovane insegnante di 39 anni. Secondo l'avvocata, Ilaria è formalmente accusata di lesioni, un reato che in Italia comporterebbe un giudizio presso il giudice di pace, mentre in Ungheria è oggetto di una richiesta di condanna fino a 24 anni di reclusione per un'accusa di percosse, con una prognosi di 5-7 giorni per i presunti
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