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Piscina, si va verso una nuova causa

Il tribunale sollecita il tentativo di un arbitrato per il decreto da 2,5 milioni

Inchiesta piscine, l'esposto è partito dal Comune

Nuovo contenzioso: il tribunale sollecita il tentativo di un arbitrato per il decreto da 2,5 milioni

Scontri, polemiche e bufere fino all’ultimo. Il caso polo natatorio continua a dividere maggioranza e opposizione e a sollevare polemiche e perplessità. E si profila un nuovo contenzioso legale. Ieri all’ufficio legale del Comune è giunto un provvedimento del tribunale, dove pare che sia fissata un’udienza legata al decreto ingiuntivo che il Comune aveva fatto nei confronti di Rhodigiumnuoto per 2,5 milioni di euro. Una comunicazione del tribunale dove si consiglierebbe anche un ricorso all’arbitrato, o ad un accordo tra le parti per risolvere la disputa. Si profila, quindi, un nuovo contenzioso legale.

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Ieri c’è stata una rovente commissione consiliare, accesasi proprio sull’esame della delibera per il polo natatorio, che deve mettere a disposizione i fondi per lavori di manutenzione e attivare gli indirizzi per il bando della gestione. Una commissione preludio di quel che potrebbe succedere oggi in consiglio comunale, a poco più di 24 ore dalla fine dell’amministrazione comunale, perché alla mezzanotte e un secondo di giovedì prossimo le dimissioni del sindaco diventeranno operative facendo decadere giunta e consiglio comunale.

L’aula oggi dovrà anche votare sull’acquisizione di parco Langer e sulla mozione per riattivare il tavolo del confronto sull’Iras. Ma il punto ad alto tasso di scontro sarà proprio quello relativo alla variazione di bilancio per stanziare i fondi necessari ai lavori di manutenzione (680mila euro) e per l’atto di indirizzo per il bando della futura gestione. Ma è proprio questo aspetto che divide i consiglieri, infatti il centrodestra ha raccolto una serie di firme per chiedere lo sdoppiamento del voto sulla delibera, per disgiungere la parte sui lavori da quella sull’atto di indirizzo, che continua a sollevare perplessità. Ieri ci sono stati anche momenti di tensione e scontri fra i vari consiglieri.

La proposta di delibera, alla fine è stata votata favorevolmente solo dai consiglieri di maggioranza, legati alle liste che continuano a sostenere il sindaco. Quelli di opposizione non hanno votato o si sono astenuti. Ed anche Graziano Azzalin ha spiegato che la delibera così come è sarà difficilmente votabile. Insomma, e lo si sapeva, una maggioranza certa non c’è.

E’ emerso anche che probabilmente il bando di gara per la gestione dovrebbe avere una durata dai 12 ai 17 mesi, quindi un arco temporale limitato, che darebbe anche il tempo di valutare come procedere successivamente.

Duro Michele Aretusini, della Lega: “E’ una proposta di delibera impresentabile, approssimativa, senza un numero e un dato, piena di affermazioni non suffragate da alcun riscontro. Un documento indegno di approdare in consiglio comunale. Ribadisco che noi faremo tutto il necessario per consentire una celere riapertura della piscina comunale, ma non si può passare sotto silenzio il gravissimo comportamento dell’amministrazione comunale. Ha avuto oltre quattro anni, essendo a conoscenza, per sua stessa ammissione, delle problematiche del polo natatorio, per affrontare la questione e operare tutte le valutazioni del caso. E si riduce a gestire la crisi e a cercare soluzioni negli ultimi giorni di mandato”.

E ancora: “Veniamo alle criticità della delibera, l’amministrazione comunale afferma che di fatto l’unica strada percorribile per la futura gestione del polo natatorio è quella dell’affidamento ai privati. Il tutto senza numeri, senza proiezioni. Si chiede un voto ai consiglieri comunali senza mettere loro in mano alcun riscontro concreto. Così si pongono unicamente le basi per futuri disastri. Ci viene detto che la soluzione più conveniente è quella di dare l’impianto in gestione ai privati. Lo stesso venne detto anni fa, all’epoca della costruzione e, quindi, del primo affidamento del polo natatorio. Ora, queste scelte ‘convenienti’, nel corso degli anni sono costate tra cause, lodi vari, penali, lavori non fatti e da fare, qualcosa come sette milioni di euro al Comune di Rovigo. Siamo sicuri che si debba proseguire sulla medesima strada? Noi, di sicuro, non ci tireremo indietro in consiglio comunale e non ostacoleremo la riapertura della piscina. Ma questa delibera è davvero frutto di un dilettantismo politico imbarazzante”.

La Cgil, ieri ha diffuso una nota per dire che “si consideri prioritariamente la necessità di fare presto proprio per risolvere nel minor tempo possibile la condizione di forte disagio, oltre degli utenti, soprattutto delle persone che lavoravano in tale sito”.

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