VOCE
CASO POLO NATATORIO
14.02.2024 - 22:00
Approvata la delibera che stanzia 680mila euro i lavori di manutenzione al polo natatorio, e che dà gli indirizzi per il bando di gara per la futura gestione. Ma la litigiosità della politica, e l’uscita dall’aula di buona parte dei consiglieri ha prodotto il boomerang di un ritardo che durerà circa due settimane per il via ai lavori. Questo perché i consiglieri di centrodestra (tranne Rossini) e del Pd sono rimasti fuori anche al momento di votare l’immediata esecutività della delibera. Che così ha ottenuto meno dei voti necessari al via libera immediato della delibera.
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L’effetto collaterale di uno scontro che martedì sera era terminato con l’abbandono del consiglio da parte di centrodestra e dem e che aveva visto momenti di tensione in aula e fuori. Una zuffa, verbale, che per poco non è diventata fisica, fra i sostenitori della linea antisindaco e quelli pro Gaffeo, segno che i rapporti all’interno del centrosinistra più che sbriciolati sono disintegrati.
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Ma anche nel centrodestra ieri si sono levate voci divergenti. Antonio Rossini ha infatti imputato ai consiglieri che erano usciti dall’aula, dem e centrodestra, “di avere creato dei danni. Perché restando fuori dal consiglio avete impedito l’immediata esecutività della sentenza, i lavori quindi non partiranno prima di 11 giorni”. Maniezzo ha sottolineato che “è stato l’operato, o il mancato operato del sindaco a determinare la chiusura della piscina”.
Il consiglio comunale è ripreso con toni meno accesi, e a tratti sguaiati, di quello di martedì scorso. All’appello c’erano in aula solo 13 consiglieri, gli esponenti delle due civiche legate al sindaco e Antonio Rossini. Fuori gli esponenti del centrodestra e del Pd. La delibera per i lavori alla piscina e il bando di gara è quindi passata con 13 voti, gli stessi per l’immediata esecutività, che però ne necessitava di 17. Ecco allora che il proposito della Lega, che martedì sera aveva dichiarato che non avrebbe ostacolato il processo dei lavori al polo natatorio, dovrà sottostare ad un temporaneo ed autoimposto stop di una decina di giorni.
Il giorno prima la riunione d’aula aveva messo all’evidenza di tutta la città l’insanabile livello di conflittualità raggiunto all’interno del centrosinistra, con il Pd ricompattato nel fare le pulci all’attività della giunta. tanto che lo stesso Graziano azzalin ha chiesto al sindaco il motivo delle sue dimissioni visto che non esisteva alcun voto di sfiducia, e quindi, come fatto in luglio poteva decidere di andare avanti anche con la critica del Pd. Gaffeo aveva risposto ribadendo che gli attacchi e la sfiducia nei suoi confronti erano venuti meno; e alla richiesta di vedere quanti consiglieri del Pd, presenti in aula, avessero votato il documento in cui i dem uscivano dalla maggioranza, non ha ottenuto risposta, ma solo brusio di disapprovazione. Ma il casus belli “formale” della caduta del numero legale di martedì era stata la mancata concessione della possibilità di sdoppiare il voto sulla delibera per la piscina.
Nello Chendi ha chiesto al segretario la possibilità di un’operazione simile. Il vicepresidente Saccardin ha accennato al fatto che il segretario generale l’avesse già escluso, ma prima ancora che potesse ribadirlo il capogruppo dem Chendi (era già programmato?) ha annunciato che il gruppo non avrebbe partecipato al voto. Innescando così l’uscita dall’aula di oltre metà dei consiglieri. In precedenza i dem, e gli esponenti di Lega e FdI avevano ripetutamente attaccato la delibera, giudicata “una forzatura”, “fatta male”, “invotabile”, sia dal punto di vista formale, sia sostanziale, in quanto mancante della relazione del dirigente sulle possibili opzioni per l’affidamento della gestione de polo natatorio.
Poi il consiglio è ripartito ieri pomeriggio con l’ok alla delibera, amputata dell’immediata esecutività, e gli altri punti dell’ordine del giorno che hanno visto il rientro di dem e centrodestra. Approvato, all’unanimità, tra le altre cose, il nuovo regolamento che disciplina le attività di acconciatori ed estetisti”.
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