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L'ALLARME

“Stop al bonus, ora i contenziosi”

“L’incentivo ha funzionato, e l’onda lunga continuerà. Peccato non averlo voluto prorogare”

“Stop al bonus, ora i contenziosi”

Lo stop al Superbonus, per quanto atteso, darà il via “a tanti e importanti contenziosi tra imprese e committenti”. A dirlo è Paolo Ghiotti, titolare dell’omonima impresa edile polesana, ed ex presidente regionale dell’associazione costruttori Ance, in cui oggi ricopre la carica di consigliere, nonché numero uno della scuola edile rodigina.

Lo studio sugli effetti della mancata proroga del “bonus 110%” parla chiaro: 500 famiglie polesane rischiano di non vedere il rimborso e di trovarsi a pagare, mediamente, 48mila euro ciascuna; 80 cantieri sono a rischio stop; e 3.500 aziende sono esposte per 24 milioni di euro e rischiano fortemente il crac.

Che lo stop del “110” possa “ridurre la mole del lavoro per molti è indiscusso”, dice, dunque, Ghiotti, che ritiene comunque che “l’indotto dell’incentivo dia ancora qualche mese di operatività: nei condomini - spiega - la possibilità di ricorrere al bonus perdura, pur riducendosi al 70% per quest’anno e al 65% nel 2025. E poi ci sono i bonus casa con detrazioni del 50%, le certificazioni energetiche al 65% e i bonus abbattimento barriere architettoniche al 75%, che in parte aiutano il settore”.

Poi, certo, “l’Ance ha fatto il possibile affinché fosse posticipata la scadenza del Superbonus, ma la decisione del governo di interrompere questo strumento, che invero ha sempre amato poco, non può dirsi una sorpresa per nessuno”. Ghiotti, comunque, sottolinea come “il grande movimento economico portato” dall’incentivo abbia “creato ricchezza anche per lo Stato, sottoforma di Iva, oltre ad aver portato a galla molto lavoro sommerso”.

Insomma: la misura, per Ghiotti, funzionava. E “pur essendo intervenuto solamente sul 3% degli immobili, il valore finalizzato è stato ben più virtuosi: rendere più efficienti i nostri fabbricati che per il 72% si trovano ancora nelle ultime tre classi energetiche e come tali sono energivori e inquinanti” è di sicuro un obiettivo raggiunto. “Noi, inoltre - analizza - chiedevamo la proroga perché lo stop della cessione di credito non è certo imputabile alle imprese, e poi le tante correzioni in corso d’opera apportate alla legge ci hanno indotti ad ovvi ritardi, così come la difficoltà di reperire i materiali”.

Ma il governo ha preso un’altra direzione e ora “ci saranno tanti e importanti contenziosi tra imprese e committenti”.

Guardando avanti, Ghiotti si aspetta che l’edilizia in futuro si occuperà “quasi esclusivamente della riqualificazione energetica dei fabbricati o la loro demolizione e ricostruzione, anche in nome dello stop al consumo suolo. Tali traguardi non sono raggiungibili solo da privati o investitori ma si rendono necessarie nuove attenzioni ed agevolazioni da parte dello Stato, per creare un’Italia bella e sempre più vivibile”, conclude Paolo Ghiotti.

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