VOCE
VENETO
21.02.2024 - 15:00
Nell'immaginario collettivo, il bagnino è stato a lungo una figura eroica, simbolo di sicurezza e soccorso sulle spiagge italiane. Ma oggi, questa figura mitologica sembra svanire lentamente sull'orizzonte, sostituita da una realtà meno glamour e più complessa.
La crisi che affligge la professione del bagnino è evidente lungo le coste venete, dove gli stabilimenti balneari si trovano a fronteggiare una sfida senza precedenti: accogliere una massa di 30 milioni di visitatori stagionali senza i necessari bagnini di salvataggio.
Le normative in evoluzione richiedono ora un bagnino ogni 180 metri di spiaggia anziché uno ogni 600 metri come in passato. Questo significa una carenza di circa 4.000 bagnini in tutta Italia, secondo le stime di Roberto Dal Cin, presidente di Confapi Turismo.
Una volta, il lavoro di bagnino garantiva vitto e alloggio, ma oggi, con la crescente esigenza di stipendi più alti e la scomparsa dei benefit, diventa sempre più difficile attrarre e trattenere personale qualificato.
I gestori degli stabilimenti balneari stanno cercando soluzioni creative per far fronte alla crisi. Il Consorzio Arenili di Caorle, ad esempio, ha dotato i normali manutentori del brevetto di bagnino, investendo in formazione e adattando il personale disponibile alle nuove esigenze.
Ma la sfida più grande rimane la disponibilità di personale qualificato. Mauro Zambaldi, responsabile dell'azienda Security Srl, fornitore di bagnini per molte spiagge italiane, testimonia la scomparsa del bagnino di professione, sostituito da lavoratori che cercano soluzioni temporanee per guadagnare durante la stagione estiva.
Inoltre, le nuove restrizioni impediscono ai minorenni di ottenere il brevetto di bagnino, rendendo ancora più difficile coprire i turni e mantenere la sicurezza nelle spiagge affollate.
La stagione balneare stessa si sta riducendo, con l'eliminazione delle attività acquatiche e la limitazione dei servizi offerti agli ospiti.
L'industria turistica è alle prese con un cambiamento profondo e irreversibile, mentre l'allontanamento tra scuola e lavoro diventa sempre più evidente. La speranza di trovare soluzioni durature e sostenibili sembra svanire, mentre il settore naviga a vista, sperando di trovare un nuovo equilibrio e una nuova normalità sulle spiagge italiane.
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