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Chiusure in centro: "Problema antico"

Ceccato: “Purtroppo il settore è stato spesso lasciato per ultimo. E le criticità sono tante. Ecco cosa serve”

Chiusure in centro: "Problema antico"

Ultimamente non sono davvero poche le attività commerciali, soprattutto bar, che hanno chiuso in città e, in particolare, in centro. Un segnale preoccupante, per chi frequenta il cuore di Rovigo e ha tutti gli interessi a vederlo vivo e pieno di attività e attrattiva, e quindi sicuro, così da potere costituire anche un punto di riferimento per quelle fasce, come gli anziani, in difficoltà nello spostarsi altrove per fare acquisti e usufruire dei servizi. Nelle ultime settimane sono parecchie le attività, bar e negozi che hanno chiuso i battenti, dal Dersut, sul Corso del Popolo, al Portico di via Badaloni, ad altri ancora.

Una dinamica, quindi, da approfondire e sviscerare. A farlo, il vicepresidente di Confesercenti Metropolitana Venezia Rovigo Vittorio Ceccato.

“La difficoltà - dice - che tante attività commerciali dei centri storici si trovano ad affrontare affonda le proprie radici nel passato, a livello tanto locale quanto nazionale - premette Ceccato -Bisogna risalire sino a 20 anni fa circa, tenendo poi presente che, da allora a oggi, come associazioni di categoria abbiamo sempre portato avanti istanze e lanciato allarmi che non sono stati ascoltati. Se lo fossero stati, oggi avremmo una situazione differente”.

“Il commercio, purtroppo - prosegue il vicepresidente - è stato sempre lasciato per ultimo, tra le grandi tematiche, dimenticando completamente che i negozi, soprattutto quelli di prossimità e vicinato, garantiscono il valore sociale ed economico dei centri abitati: sono quelli che garantiscono un presidio dei centri e assicurano quei servizi minimi che sono fondamentali per determinate categorie di cittadini, come gli anziani. Nonostante questo, come segnaliamo da tempo immemore, c’è stata poca o nessuna programmazione a livello nazionale e locale. Quando è partito il fenomeno dei centri commerciali e Gdo (Grande distribuzione organizzata, ndr), si è sempre spostata la massa delle attività nelle periferie e questo non ha giovato ai centri storici, al tessuto sociale, ai piccoli negozi: abbiamo assistito a un impoverimento generale”.

Poi, un altro tema complesso, che avrebbe meritato, secondo Ceccato, una analisi più attenta e approfondita. “Parlo - dice - dell’e-commerce, che nessuno vuole combattere, sia chiaro, anzi: torna utile, estremamente utile, anche alle piccole attività, ma serve una programmazione efficace, affinché il servizio risulti più economico e avvicinabile anche da parte dei negozi di vicinato, per i quali, a oggi, è davvero troppo costoso”.

Venendo a tempi più recenti, poi i rincari, l’inflazione, l’esplosione delle bollette, che hanno provato i commercianti, ma soprattutto impoverito la clientela. “Certo - conferma Ceccato - Tutti questi rincari ricadono sicuramente sui conti dell’attività, ma anche sui portafogli di famiglie e clienti, che hanno meno capacità di spesa e di acquisto. E così le aziende non stanno in piedi”. E ancora: i contratti di affitto dei negozi e delle attività i cui muri non siano di proprietà dell’esercente. “Una soluzione potrebbe essere la applicazione della cedolare secca, che consentirebbe un abbassamento dei canoni”.

Si viene poi alla viabilità, tema dibattutissimo in questo periodo a Rovigo: “Da tempo segnaliamo la mancanza di attenzione per la viabilità e la gestione dei centri storici: si registra un incremento della difficoltà nel raggiungere il centro storico, posteggiare e restare per un periodo medio di tempo, che consenta di usufruire delle attività e di recarsi nei negozi. Anche qui, a Rovigo, dovremmo rivedere la viabilità e il piano degli interventi”.

Infine, per ultimo, ma non come importanza, un fatto semplice, ma dalle conseguenze deflagranti: i tempi sono cambiati e fare impresa è sempre più difficile. E di molto. “Un tempo la situazione era differente - chiude Ceccato - bastava subentrare a una attività in essere, per avere una garanzia di buon funzionamento, oggi questo non avviene più. Una attività deve avere una cognizione chiara delle proprie strategie commerciali, non solo per la vendita nella quotidianità, ma per essere attrattivi sul mercato. E deve essere in grado di impiegare efficacemente una pluralità di strumenti. Passione e buona volontà, ma anche simpatia, oggi purtroppo non bastano più: servono strumenti, visione chiara e strumenti ben impiegati. Anche a livello creditizio e amministrativo”.

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Commenti all'articolo

  • diduve

    27 Febbraio 2024 - 13:17

    Rovigo sta diventando un deserto

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  • frank1

    27 Febbraio 2024 - 11:41

    perchè non menzionate i plateatrici?? ad ogni stagione dovevano essere cambiati..grazie ai beni ambientali (sich!!)..e alle belle arti (sich!!).

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