VOCE
IL CASO
04.03.2024 - 13:23
Una controversia scuote la tranquilla atmosfera di Pordenone: una bambina di soli 10 anni, immigrata di seconda generazione, si presenta a scuola indossando il niqab, il velo integrale che lascia soltanto una stretta fessura per gli occhi. Questo gesto ha innescato una serie di reazioni che hanno rapidamente scalato le gerarchie politiche e sociali.
La vicenda, che ha richiamato l'attenzione della politica nazionale, ha visto la maestra chiedere alla piccola di svelare il volto, una richiesta che è stata poi esaudita. Tuttavia, l'episodio ha acceso un dibattito acceso su questioni di integrazione, diritti individuali e identità religiosa.
Secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto, la comunità scolastica sta conducendo approfondimenti sul caso, coinvolgendo i dirigenti degli istituti comprensivi della città, da anni impegnati nell'integrazione dei giovani e nel rispetto dei diritti dell'infanzia. Questo episodio, però, ha anche sollevato interrogativi e preoccupazioni all'interno della comunità islamica locale.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il senatore Marco Dreosto della Lega Fvg ha definito l'episodio "inaccettabile", sottolineando come obbligare una bambina così giovane a coprirsi interamente, tranne gli occhi, vada contro i principi fondamentali di convivenza, i diritti dei bambini e l'identità femminile. Dreosto ha annunciato l'intenzione di presentare un'iniziativa parlamentare per vietare il niqab a scuola e nei luoghi pubblici in Italia, prendendo esempio da paesi come Francia, Belgio e Egitto, dove il velo integrale è già vietato in determinati contesti.
È interessante notare come, anche in altri contesti internazionali, si stiano adottando misure restrittive nei confronti del niqab e del burqa. In Danimarca, ad esempio, il velo integrale è vietato nei luoghi pubblici dal 2018, mentre in Quebec, Canada, l'uso del niqab negli uffici pubblici è vietato dal 2017.
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