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FIESSO UMBERTIANO

Sul biometano arriva un altro no

Il sindaco Modonesi: “Così troppi camion. Va incentivata soltanto una vera energia pulita”

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Il Comune di Fiesso dice (di nuovo) no alla realizzazione dell’impianto a biometano nel Comune di Canaro. Lo ha fatto in Regione nel corso della conferenza dei servizi.

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A spiegare i motivi della contrarietà all’opera è il sindaco Luigia Modonesi: “Siamo a richiedere - dice infatti il primo cittadino - che questa tipologia d’impianti sia fatta in maniera ridotta e misurata attorno ad un discorso di salvaguardia ambientale, del territorio e della salute pubblica, chiedendo inoltre l’introduzione di nuove leggi e regole, regionali e nazionali più restrittive”.

Il Comune di Fiesso, dunque, chiede “che si studino e si introducano normative che concedano gli incentivi esclusivamente dove il biogas rappresenti una vera energia pulita, che utilizzi gli scarti agro-alimentari e la frazione organica dei rifiuti generati in zona, già doverosamente diminuiti da opportune politiche di riduzione alla fonte dei rifiuti urbani, attraverso l'educazione ambientale e l’introduzione di strategie atte ad incrementare le scelte di tipo ecologico in modo che questi impianti non debbano compromettere la qualità della vita e non danneggiare la salute umana e l’ambiente”.

Da qui, le ragioni del secondo “no” all’impianto. Che chiama in causa tutta una serie di specifiche tecniche, a cominciare dal previsto “consistente aumento della mobilità di mezzi pesanti che si prevede investirà le strade” della zona, per proseguire con il fatto che il sito - secondo il Comune di Fiesso - “non impiegherà biomasse provenienti da imprese agricole locali” né “darà incentivo al lavoro”. Invece, creerà - dice la Modonesi - “problemi relativi alle notevoli quantità, e alla qualità, del digestato che residua dai processi produttivi del biogas e le connesse complicazioni derivanti dalla ‘odorosità’ del materiale residuo, sia in fase di stoccaggio che di spandimento sui terreni. Le immense quantità di digestato prodotto da queste centrali contengono composti azotati in esubero e metalli che si accumulano nei terreni dove i digestati vengono ripetutamente sparsi in abbondanza. L’insieme dei problemi, agronomici in primis, derivanti dalle coltivazioni dedicate per la produzione delle biomasse da trattare negli impianti per il biogas”.

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