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Lavoro

In arrivo 151mila migranti per le nostre aziende

Ma per gli imprenditori il numero non è sufficiente

Profughi "in nero" raccoglievano pomodori per un'azienda polesana

l governo ha aperto le porte del Paese all'arrivo di 151mila lavoratori provenienti da Paesi terzi extra-Ue, attraverso il decreto flussi. Questo provvedimento, atteso da molti settori dell'economia italiana, rappresenta un'opportunità significativa, ma è anche fonte di notevoli sfide.

La prima tornata di domande, riguardante i lavoratori subordinati non stagionali, ha avuto inizio alle 9 del mattino e si è conclusa alle 18 dello stesso giorno. I lavoratori provenienti da una vasta gamma di Paesi - tra cui Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Herzegovina, Corea, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Geordia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblicani Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina - potranno ora essere assunti dalle aziende italiane.

Il decreto flussi è stato accolto con favore dalle imprese italiane. Tuttavia, la carenza di personale riscontrata in diversi settori dell'economia non è ancora stata colmata. Secondo Massimiliano Schiavon, presidente di Confturismo Veneto, il click day è "un sistema che indispone gli operatori senza avere nessuna garanzia, è come giocare alla lotteria". Federica Senno, presidente di Cia Venezia, associazione di agricoltori, ha espresso un sentimento simile, affermando che "da noi ne arrivano troppo pochi, e questo non aiuta".



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Commenti all'articolo

  • frank1

    18 Marzo 2024 - 14:40

    e per quei 200.000 gia' arrivati? non hanno nulla da fare,se non girare e oziare per i parchi e attorno alla Fs???

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