VOCE
ROTARY CLUB Adria
23.03.2024 - 06:00
“Infiltrazioni mafiose nel nostro Polesine” è stato il tema della recente conviviale del Rotary club di Adria e che ha visto la partecipazione delle più alte istituzioni provinciali: Ermindo Mammucci sostituto procuratore presso il Tribunale di Rovigo, il prefetto Clemente Di Nuzzo, Manuela Fasolato procuratore della Repubblica, Giovanni Battista Scali questore di Rovigo, il tenente colonnello Michele Grigoletto vice comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Antonio Morelli comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giorgio Crepaldi avvocato e assessore comunale, Pierfrancesco Munari avvocato e sindaco di Cavarzere, Michele Domeneghetti sindaco di Corbola.
La serata è stata organizzata grazie alla preziosa collaborazione di Giuseppe Carinci e Graziano Ingegneri.
Relatore protagonista e vero mattatore della serata è stato Mammucci, coadiuvato dall’autorevole e valido sostegno di Fasolato: ha illustrato il tema individuando la proporzione delle infiltrazioni mafiose nel territorio polesano, descrivendo gli strumenti che possono essere messi in atto per contrastare la diffusione di tale fenomeno.
L’incipit di introduzione di Fasolato si è focalizzato sul metodo che le mafie adottano per “entrare” nel nuovo tessuto sociale da controllare evidenziando come la 'Ndrangheta calabrese risulti l’associazione criminale che maggiormente è riuscita a penetrare politica e imprenditoria del Nord Italia. Ad oggi nel Veneto, fortunatamente, tale fenomeno risulta molto meno radicato. Tuttavia ha sottolineato come le provincie di Verona, Padova e Venezia possano risultare molto “appetibili” per le mafie. “La nostra provincia – ha rimarcato - in base alle attuali indagini risulta essere abbastanza indenne ed è per questo che bisogna e bisognerà mantenere alta l’attenzione sul nostro territorio”.
Il magistrato ha presentato una ricerca dell’Università di Padova dalla quale emerge che in Veneto le imprese a rischio infiltrazione mafiosa siano pari al 5-7%, ovvero oltre trentamila imprese. Inoltre, oltre 2mila mila imprese del Nord sono collegate alla mafia e il 20% di queste, ovvero circa 400, sono in Veneto. Fortunatamente, almeno per ora, il Polesine risulta la provincia con meno infiltrazioni mafiose accertate. Tuttavia, accanto a questo dato positivo, se ne affianca un altro inquietante: secondo una ricerca condotta da Eurispes, ente che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale su richiesta della Dna, Direzione nazionale antimafia, è emerso che Rovigo è la provincia con il più alto tasso di permeabilità all’infiltrazione mafiosa.
Mammucci ha quindi concluso con un appello: “Alla luce della situazione che si registra in Polesine, ovvero una terra in cui la mafia non è ancora radicata ma facilmente permeabile dalle associazioni criminali, è necessario che ogniqualvolta un imprenditore, un libero professionista, un dipendente pubblico riscontri uno dei segnali d’allarme denunci le condotte alle autorità competenti. Inoltre, è auspicabile che tutta la società civile riesca a fare rete, ad unirsi in associazioni sempre più grandi, strutturate che abbiano come principale scopo quello di agire nella legalità. La mafia è un soggetto codardo che si guarderà bene dall’avvicinare soggetti che sono ben inseriti all’interno di una rete di protezione”.
Da parte sua il prefetto Di Nuzzo ha espresso parole di apprezzamento per l’iniziativa del Rotary, evidenziando “come istituzioni e cittadini possano insieme costruire e mantenere un tessuto sociale forte, coeso e sano a salvaguardia del nostro territorio”.
Appelli subito raccolti dal presidente del sodalizio Leonardo Rubinato: “Dobbiamo diventare più forti, attenti e uniti: non dobbiamo dare la possibilità a queste associazioni mafiose di iniziare una campagna di ‘conquista’ del nostro territorio”. Quindi ha ringraziato gli illustri ospiti per la loro presenza e per il valido e prezioso contributo offerto.
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