VOCE
Badia Polesine
24.03.2024 - 12:29
“Le aziende della zona industriale di Crocetta non sono un bancomat”. E’ il leitmotiv della riunione tra gli imprenditori, che hanno le loro attività a Crocetta, e l’amministrazione comunale di Badia Polesine. Ecco perché le realtà operanti nella zona industriale di Crocetta si sono date appuntamento per discutere in maniera costruttiva delle necessità urgenti della zona industriale che, in questi anni, versa in uno stato, a detta di molti, vergognoso. Ha partecipato alla riunione, indetta per sfinimento dalle aziende, Giovanni Daccordo, componente della Consulta delle Frazioni che ha espresso il suo enorme compiacimento per essere stato invitato in quanto, di tutte le frazioni del Comune di Badia, Crocetta è l’unica a vantare di una zona industriale che, se venisse tempestivamente curata, sarebbe sicuramente un bel biglietto da visita per l’intero territorio comunale.
Gli imprenditori hanno sollevato diverse problematiche collettive urgenti che però non hanno trovato accoglimento dai rappresentanti dell’amministrazione presenti per le risapute difficoltà di tipo economico e gestionale del Comune stesso. Le aziende si sono soprattutto rammaricate del fatto che la Zai di Crocetta viene sempre bistrattata rispetto alle altre zone industriali del Comune denotando allo stesso tempo la completa assenza dell’amministrazione comunale da decenni. Gli stessi, inoltre, hanno più volte ribadito che l’ingente flusso economico che tale zona industriale genera per le casse comunali non trova poi riscontro nell’utilità sociale della zona stessa. Inoltre è stato anche sottolineato che non viene eseguito lo sfalcio dell’erba o qualunque altra manutenzione ordinaria. Manca o è carente la segnaletica sia quella verticale che quella orizzontale, strade che a dire dissestate è un complimento, con i relativi problemi importanti e pericolosi per la viabilità. Rifiuti abbandonati e non gestiti. Purtroppo, come confermato dagli stessi, con la riunione non è stato risolto nulla, purtroppo le aziende malgrado costituiscano un tessuto sociale indispensabile, soprattutto per l’indotto che generano, non trovano in alcun modo una risposta alle loro, lecite, richieste e si chiedono se è valsa la pena investire il loro sogno in una realtà che forse non vuole crescere in modo adeguato.
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