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SOCIETA'

Sempre meno giovani a Rovigo: "Insistere per diventare attrattivi"

I suggerimenti dei rodigini per "ripopolare" la città di under 30

ROVIGO - Polesine sempre più povero di giovani: l’età media si sta alzando e quanti possono farlo, appena possono se ne vanno, andando a studiare in altre città, cercando occasioni lavorative più proficue, talvolta trasferendosi anche all’estero. Per i rodigini, il problema riguarda il fatto che il territorio non è attrattivo sia a livello culturale e di eventi sia per quanto concerne le possibilità lavorative non competitive. Bene che si stia lavorando sull’università, ma ancora non basta per avvicinare sempre più ragazzi anche al territorio polesano.

Dice infatti Mauro: “Rovigo è molto cambiata negli anni, non è più quella che era quando ero giovane io, una città molto vivace, in cui le attività si moltiplicavano ed era difficile vedere qualche serranda abbassata. Oggi, invece, il panorama è cambiato molto, pertanto vedendo una città sempre più spenta, è chiaro che chi vuole cercare opportunità se ne va altrove. Basta pensare anche che siamo la provincia tra Padova e Ferrara e in tanti vanno in queste città a trovare divertimento o occasioni che qui non ci sono”.

Dello stesso parere è Mara che prosegue: “Manca una visione, a livello anche culturale, che possa attrarre i più giovani per farli rimanere qua senza ricercare opportunità in altre città. È una provincia in cui bisognerebbe ancora lavorare molto per cercare di fare rimanere qui i ragazzi”.

E ancora, Vittorio aggiunge: “Io amo Rovigo, ho girato il mondo, ma questo il posto in cui ho voluto e voglio stare. Mi piacerebbe quindi che fosse un centro attrattivo anche per i più giovani, ma opportunità non ce ne sono molte. Spesso si devono spostare, in altre città più competitive, o addirittura all’estero. È il caso, ad esempio, di miei nipoti, una laureatasi in California e che di certo rimarrà là, l’altro a Milano. E poi di problemi ce ne sono tanti, anche chi decide di investire qui poi si trova in situazioni complicate. Penso ad esempio ai giovani lavoratori del Delta che, come pescatori, sono stati abbandonati. C’è davvero tanto che bisognerebbe fare”. A concludere Sofia, che aggiunge: “Diciamo che Rovigo non offre molto, a livello culturale, per i ragazzi. Quando ho dovuto scegliere io l’università, non c’era neanche quella ben sviluppata. Ora, invece, vedo che si sta investendo sullo studio universitario e questo di certo è un bene perché potrà far rimanere qui molti della mia età. Poi, bisognerebbe anche garantire un futuro lavorativo più roseo a chi vuole rimanere”.

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