VOCE
TRIBUNALE
02.04.2024 - 17:29
Magari, quando si è messo alla tastiera, per commentare un post di un quotidiano locale online, pensava di fare una boutade, una iperbole, innocua, al massimo buona per alimentare la polemica. Le conseguenze, in realtà, sono state molto, molto differenti.
Un residente in Altopolesine si trova infatti sotto processo con la pesante ipotesi di reato di istigazione a delinquere. Il dibattimento è entrato nel vivo oggi, quando il giudice ha ascoltato la polizia giudiziaria, ossia la polizia locale di Rovigo, che ha svolto accertamenti sulla questione. L’imputato è difeso dall’avvocato Lorenzo Toso del foro di Rovigo.
La cornice temporale dei fatti si colloca in un periodo molto complesso e difficile, che purtroppo ricordiamo bene tutti: il 2020, i mesi successivi al lockdown e, per la precisione, quelli nei quali si cominciava a vedere la luce, dopo le chiusure pressoché totali dei primi mesi dell’anno.
Quei momenti, appunto, nei quali si cercava di riaprire e, nel contempo, di conservare un minimo di misure di sicurezza. Finendo, spesso, per partorire soluzioni di compromesso che oggi ci appaiono abbastanza assurde e che magari lo erano comunque anche allora; ma che, in ogni caso, costituivano un tentativo di gestire una emergenza della quale non c’era memoria dal dopoguerra.
Tra queste, appunto, le cervellotiche norme relative al consumo e all’asporto dei prodotti. Settore nel quale venivano richiesti i controlli delle forze dell’ordine, polizia locale compresa, affinché le disposizioni venissero rispettate. Pure in un quadro estremamente attento anche a comprendere il difficile momento economico degli operatori commerciali, qualche multa ci fu. Pochissime, a dire la verità. Ma praticamente ognuna ha scatenato un infuocato dibattito sui social; come, del resto, era prevedibile, in una situazione oggettivamente difficilissima e che pareva studiata a tavolino per fare emergere le contrapposizioni più accese.
E’ proprio in questi frangenti che, su Facebook, un utente se la sarebbe presa con la polizia locale, in merito a un controllo fatto a un esercizio di Rovigo. Lo avrebbe fatto, perlomeno secondo l’accusa, andando un bel po’ oltre i limiti previsti per la libertà di manifestazione del pensiero. Avrebbe, in sostanza, detto che a suo parere i componenti della polizia locale andavano eliminati fisicamente e che avrebbero potuto essere utilizzati come fertilizzante. Affermazioni sulle quali il comando della polizia locale di Rovigo ha scelto di non chiudere un occhio, ma di procedere con la segnalazione di notizia di reato.
Il presunto autore è, quindi, finito di fronte al giudice, per di più con una ipotesi di reato per nulla leggera: istigazione a delinquere, appunto. La prossima udienza è prevista per il prossimo maggio e non è affatto escluso che già in quella sede sarà possibile andare a sentenza.
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