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LA TRAGEDIA DI GIULIA

"Per ora, non posso perdonare Filippo"

Le parole di Gino Cecchettin

"Addio, Giulia, amore mio"

Il 2 aprile 2024, la sala civica Sandro Pertini di Saonara è stata teatro di un incontro dal sapore acri-dolce. Il protagonista: Gino Cecchettin, padre coraggioso che ha affrontato una perdita inimmaginabile e ha deciso di trasformarla in un messaggio di speranza.

Il suo libro, "Cara Giulia", racconta la breve vita di sua figlia Giulia, tragicamente interrotta da un atto di violenza. Un racconto che non si ferma alla tragedia, ma che si trasforma in un messaggio di speranza e resilienza. Ma c'è una domanda che sorge spontanea: può Gino perdonare Filippo, l'assassino di sua figlia? La risposta data da Gino è no. Non ora, forse mai. Ma, come lui stesso afferma, è riuscito a non provare odio e rabbia grazie a un grande lavoro interiore.

Durante l'incontro, Gino ha risposto anche a quelle critiche che lo accusano di non vivere il lutto come dovrebbe. "Dovrei piangere dal mattino alla sera e rimanere isolato dal mondo”, sostengono alcuni. Ma Gino ha una risposta chiara e decisa: "Giulia non lo vorrebbe. La mia missione è quella di far crescere al meglio delle mie possibilità i due figli che mi sono rimasti e lanciare ogni giorno al mondo un messaggio di speranza per tutte le donne, affinché la morte di Giulia non risulti vana”.

Gino ha perso due delle persone più importanti della sua vita in breve tempo: sua figlia Giulia e sua moglie. Ma non ha perso la forza di andare avanti nel nome della figlia. "Non sono una persona insensibile, vivo le mie sofferenze, ma cerco sempre di trarne un insegnamento", afferma Gino. Ora, la sua vita è dedicata all'aiuto del prossimo, una missione che ha intrapreso in memoria di Giulia.

Il desiderio più grande di Gino? Che il suo libro possa aiutare almeno una donna a capire quando è il momento di chiedere aiuto, di cambiare strada, di allontanarsi da una relazione malata. Perché la libertà è un diritto inalienabile, che Giulia ha perso e che ogni donna dovrebbe avere. Ma la lotta contro i femminicidi non è solo una questione femminile: è l'intera società che deve cambiare modo di agire, di pensare, di comportarsi. E Gino è convinto che tutti insieme possano farcela.

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