VOCE
ADRIA SOTTO CHOC
04.04.2024 - 06:56
“Un miracolo può sempre succedere e io ci spero fino all'ultimo". La speranza di Giulio Stoppa, di non perdere anche la sua amata compagna Valentina Urli, 33 anni, “Tyna” per gli amici, non si è ancora spenta, ma purtroppo è un filo esile, sottilissimo. Quello di un macchinario che la sta tenendo in vita dal giorno di Pasqua, da quando è stata ricoverata in Terapia intensiva all'ospedale di Padova. Una Pasqua senza resurrezione, di puro dolore per tante, troppe persone.
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Domenica mattina Giulio e Valentina erano partiti dalla loro casa a Fossalta per andare ad Adria Dopo qualche ora si sarebbero dovuti sedere a tavola, per il pranzo di Pasqua, il mese prossimo si sarebbero dovuti sposare e nel giro di quattro mesi, invece, era prevista la nascita della loro bambina. Una coppia felice, con un futuro davanti, travolta da un incidente che ha distrutto tutto.
Valentina ora lotta fra la vita e la morte, mentre la vita della piccola che teneva in grembo, per la quale avevano scelto il nome Ameliè, si è interrotta prima ancora di vedere la luce. Non è sopravvissuta alle lesioni provocate dall'impatto avvenuto in corso Stati Uniti, alla rotatoria con via Messico, nella zona industriale di Padova. Al volante Bmw bianca, che per cause ancora al vaglio si è ribaltata ed ha terminato la propria corsa contro un albero, c'era Giulio, adriese. Ed è proprio a casa sua, che stavano andando, per festeggiare tutti insieme la Pasqua, con la bella notizia della futura nascita.
Poche ore dopo tutta la gioia è scomparsa per lasciare spazio solo ad un dolore difficile da trasmettere. Cupo. Profondo. Che unisce e scava abissi. Valentina, al quinto mese di gravidanza, aveva deciso di dedicarsi completamente alla maternità, mentre Giulio, lavoratore in una ditta di Borgoricco, si era trasferito nella casa di Fossalta, a Trebaseleghe, dove già abitava Valentina. Stavano pensando al loro futuro. Ora, però, il futuro sembra essere svanito, travolto dalla tragedia che si è compiuta, ancora una volta lungo una strada. L'auto che si cappotta e un percorso di vita che sembra interrompersi per sempre.
Giulio non sembra rassegnarsi a questo per sempre, senza la sua Valentina e senza Ameliè. Giulio, in una dichiarazione piena di dolore e disperazione, ha espresso il suo desiderio di mantenere viva la sua compagna fino a quando sarà possibile: "Le ho sempre detto: fino a quando io sono vivo sarai viva anche tu”.
Ma la vita ha preso per loro una piega dolorosissima. “Valentina è in fin di vita - ha precisato Giulio - non è morta, ma se staccare la spina è una decisione che prenderanno i medici di Padova”. Purtroppo, però proprio i medici sembrano aver lasciato spazio a ben poche speranze per Valentina. Giulio lo sa, ma continua a credere in un miracolo: "La situazione è irreversibile, lo dicono i medici, sono venuti tutti giù, c'erano 15 medici attorno a lei. Ma un miracolo può sempre succedere e ci spero fino all'ultimo".Il futuro di Giulio e Valentina, ricco di progetti e sogni, si fa sempre più lontano. Nonostante ciò, Giulio non vuole rinunciare: "Per me Valentina è sempre e sarà per sempre e per tutta la vita l'amore più grande che io potessi trovare. Ecco perché l'11 maggio ho scelto di sposarla e creare una famiglia con lei".
Intanto, la notizia della tragedia ha colpito durissimo in città, ad Adria. Giulio, infatti, con la compagna Valentina Urli era in strada per raggiungere la famiglia proprio nella città etrusca. Profondamente scosso il sindaco Massimo Barbujani che conosce Giulio e tutta la famiglia da lunga data.
“Esprimo tutta la mia fraterna vicinanza a Giulio – afferma Bobo – per il momento drammatico che sta vivendo. Credo non ci siano parole per esprimere la situazione di disperazione che sta vivendo. Esprimo anche la mia vicinanza ai suoi genitori Monica e Renato (quest’ultimo titolare insieme al fratello di una nota azienda di termoidraulica, ndr), che conosco molto bene. Posso solo immaginare la sofferenza che si è abbattuta su di loro proprio nel giorno di Pasqua, che doveva essere una giorno di festa da vivere in famiglia. Da quanto si apprende Giulio era in viaggio per raggiungere la propria famiglia qui ad Adria”.
Dolore, incredulità e sgomento anche in via Malfatti nella sede della Croce verde dove Giulio ha svolto per anni il servizio di volontario e risulta ancora iscritto nell’elenco dei volontari anche se, per il trasferimento nel Padovano, non è più attivo da un po’ di tempo. L’unico a trovare la forza per dire qualche parola è Lamberto Cavallari nella duplice veste di vicepresidente di Croce verde e vicepresidente nazionale di Anpas.
“Tutta l’associazione è profonda scossa per quanto accaduto – dichiara Cavallari – Non ci sono parole per esprimere il dolore e la disperazione che Giulio sta vivendo e insieme a lui le due famiglie coinvolte nella vicenda. Lo conosciamo molto bene perché tante volte è stato attivo nella nostra squadra del volontariato”. E aggiunge: “Gli siamo profondamente vicini con un fraterno e caloroso abbraccio”.
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