VOCE
Il CASO
06.04.2024 - 13:30
Andranno a giudizio immediato, bypassando la fase dell'udienza preliminare. E' grave l'accusa per i tre ventenni del Bassopolesine che dovranno rispondere del reato di tentata strage ex 422 del codice penale per le bombe esplose a Cavanella Po e a Rosolina.
Per approfondire leggi anche:
La procura della Repubblica di Rovigo, guidata dalla dottoressa Manuela Fasolato ricorda in una nota che "il 28 febbraio scorso ha chiesto il giudizio immediato cautelare con rito di Corte d’Assise, come è previsto dal codice di procedura penale, nei confronti di tre giovani, di nazionalità italiana e residenti in Provincia di Rovigo, S.N. del 2000 residente a Porto Viro, M.T. del 2002 residente a Taglio di Po, T.C. del 2001 residente a Loreo – attualmente ancora in arresti domiciliari e che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia - per il delitto contro la pubblica incolumità mediante violenza di cui all’art.422 c.p. (strage ndr) commesso, in ipotesi accusatoria, ad Adria il 31/3/23".
Gravissima l'accusa, visto che come sottolinea la procura, i tre giovani avrebbero fatto esplodere la bomba carta con l'intento o meglio "al fine di uccidere e tali da porre in pericolo la pubblica incolumità collocando e facendo esplodere un ordigno esplosivo artigianale composto da una miscela di tipo pirotecnico a base di perclorato di potassio, polvere nera ed alluminio sulla base del portone del condominio sito in Adria in via Dogana n. 20".
La deflagrazione in quell'occasione fu tale da "infrangere i vetri della porta d’ingresso sita al piano terra e delle finestre del piano ammezzato, distruggendo completamente l’androne e le cose ivi collocate, nonché tale da divellere le porte di tre dei sei appartamenti posti al primo e al secondo piano dello stabile, ponendo così in pericolo l’incolumità dei condòmini presenti all’interno della palazzina". Fatti aggravati dalla circostanza di tempo, ovvero "approfittando di circostanze di tempo, avendo agito verso le ore 22 di sera, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa".
I tre giovani attualmente agli arresti domiciliari, sono accusati anche di detenzione di armi in luogo pubblico "delitto di cui agli artt. 2 e 4 comma 1 e 2 lett. a) L. n. 895/1967 per aver detenuto e portato in luogo pubblico un ordigno esplosivo utilizzato per commettere i fatti suddetti". Dodici le persone inquiline del condominio di Borgo Fiorito indicate dalla procura come persone offese nella richiesta di giudizio immediato.
Per approfondire leggi anche:
Tre invece le esplosioni al villaggio Tizé di Rosolina. "Per gli altri reati di cui gli stessi giovani sono indagati - commessi in Rosolina il 29/7/23 per aver detenuto e portato in luogo pubblico materiale esplodente che lanciavano in prossimità degli appartamenti del villaggio Tizè di Rosolina Mare, causando tre esplosioni, una in direzione degli appartamenti situati a sud-est della struttura e i successivi in zona nord-est, con le aggravanti di aver approfittato di circostanze di tempo, avendo agito verso le ore 4 di mattina, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa e di aver commesso il fatto in un luogo ove vi era adunanza di persone - si procede a parte con procedimento in fase di indagini preliminari essendo state stralciate le posizioni in quanto la misura cautelare che consente di richiedere di procedere con giudizio immediato è intervenuta per i fatti reato del 31/3/2024. Al pari si procede a parte con procedimento in fase di indagini preliminari per altre posizioni collegate".
Come già precisato in precedente comunicato, per i fatti accaduti il 31/3/23 è stato ritenuto dalla Procura della Repubblica di Rovigo che la circostanza fortuita che non si fossero, nonostante la potente deflagrazione, verificati danni alle persone, "ma solo alle cose, non escludeva la gravità di quanto accaduto e l’integrazione del delitto configurato, in quanto l’ordigno esplosivo era stato posto alla base della porta ingresso di un palazzo abitato, con conseguente pericolo per l’incolumità degli stessi condòmini, di cui la maggior parte stranieri, tenuto conto della violenza dell’esplosione che aveva divelto persino le porte d’ingresso degli appartamenti posti al secondo piano dello stabile, per cui, considerata la tipologia di miscela utilizzata come esplosivo, con deflagrazione particolarmente potente, è stato ritenuto che gli atti posti in essere dagli indagati fossero certamente idonei a determinare un pericolo per l’incolumità di più persone, tenuto conto della fascia oraria in cui è avvenuto il fatto (verso le ore 22.00) e del numero di persone che abitano il condominio, tra cui anche alcuni bambini, essendo del tutto plausibile che qualcuno potesse percorre il tratto maggiormente colpito dall’esplosione o anche solo potesse essere a ridosso delle porte delle abitazioni che sono state divelte".
Nei confronti dei tre indagati suddetti la Procura della Repubblica di Rovigo per i fatti commessi in Adria il 31/3/23 aveva richiesto al Gip la misura cautelare custodiale "stante la ritenuta rilevanza degli indizi per i gravi delitti contestati in ipotesi accusatoria e la ritenuta sussistenza di esigenze cautelari consistenti nel pericolo della reiterazione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede, considerato anche l’episodio contestato per i fatti di Rosolina del 29/7/23 e considerato quanto emergeva da investigazioni di natura tecnica, risultando inoltre moventi e modalità di condotta che secondo l’ipotesi accusatoria dimostravano indole violenta, xenofoba e intenzioni di spedizioni punitive, nonché modalità di commissione dei fatti particolarmente accorte, quali la copertura della targa del mezzo con cui gli indagati erano giunti sul luogo di commissione del delitto il 31/3/23, nonché la capacità di operare altre iniziative organizzate per azioni violente con modalità professionali quali l’uso di passamontagna e la scelta di percorsi non coperti da telecamere pubbliche, altresì la capacità e facilità di procurarsi materiali esplodenti, nonché il porto di oggetti atti ad offendere, nonché ritenuta l’esigenza cautelare di evitare inquinamento probatorio, anche in ragione di tentativi di costruzione di versioni di comodo e alibi e iniziative di contattare un militare in servizio presso i Carabinieri al fine di avere notizie sulle indagini, misura cautelare che il Giudice per le indagini preliminari aveva emesso nella forma degli arresti domiciliari per i delitto di detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo e per il delitto, così riqualificato, di tentato omicidio plurimo con dolo diretto alternativo rispetto ad eventi letali o gravemente lesivi per gli abitanti della palazzina concorrente con esplosione di ordigno esplosivo al fine di incutere timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica, ritenendo il Gip che tale misura degli arresti domiciliari fosse adeguata a garantire le esigenze cautelari stante la formale incensuratezza e la giovane età degli indagati".
La natura delle azioni secondo l'accusa è xenofoba: "Le complesse indagini iniziate contro ignoti dopo il grave fatto del 31/3/23 ed eseguite su delega della Procura della Repubblica di Rovigo dalla Compagnia dei Carabinieri di Adria NOR con scrupolo e tempestività, sono consistite in sopralluoghi, accertamenti tecnici del materiale repertato nell’esplosione del 31/3/23, assunzione di persone informate sui fatti e testimoni oculari, verifica delle telecamere su strada e varchi e altre attività tecniche investigative, le quali hanno permesso di ricostruire minuziosamente quanto accaduto e di attribuirne secondo gli inquirenti in ipotesi accusatoria in fase di indagine la responsabilità ai tre giovani indagati, appurando anche con dette attività investigative in ipotesi accusatoria i moventi delle condotte con rilevanza penale, ritenuti essere anche di natura xenofoba".
Nel corso della esecuzione della misura cautelare i Carabinieri di Adria NOR su delega della Procura della Repubblica di Rovigo hanno eseguito perquisizioni e sequestri nei confronti dei giovani suddetti e anche nei confronti di altri due soggetti indagati in ipotesi accusatoria di reati collegati ai fatti suddetti.
La Voce nuova | Direttore responsabile: Alberto Garbellini
Editrice Editoriale la Voce Soc. Coop. | Piazza Garibaldi, 17 - 45100 Rovigo Telefono 0425 200 282 - Fax 0425 422584 - email: redazione.ro@lavoce-nuova.it
Per la tua pubbicita' su questo sito: commerciale.ro@lavoce-nuova.it
Editrice: Editoriale La Voce Società Cooperativa. “La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo.” Redazione: piazza Garibaldi 17, 45100, Rovigo tel. 0425 200282 e:mail: redazione.ro@lavoce-nuova.it sito: www.lavocedirovigo.it
Pubblicità locale: Editoriale La Voce Soc. Coop. Divisione commerciale Piazza Garibaldi 17 - 45100 Rovigo - Tel. 0425 200282. Pubblicità Nazionale: MANZONI & C. S.p.A. Via Nervesa, 21 - 20139 Milano - Tel. 02 574941 www.manzoniadvertising.com Stampa: Tipre srl Luogo di stampa: via Canton Santo 5 Borsano di Busto Arsizio. POSTE ITALIANE S.P.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004, n.46) art. 1, comma 1, DCB (Ro). Testata registrata “La Voce Nuova” Registrazione del Tribunale di Rovigo n. 11/2000 del 09/08/2000.
Testata aderente all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria www.iap.it. Iscrizione al ROC n. 23289. Associata FILE