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Italia-Brasile, legame inossidabile

Alla celebrazione dell'amicizia tra i due Paesi, anche il sommelier rodigino Michele Manca.

Italia-Brasile, legame inossidabile

La foto di rito tra le delegazioni.

Da 150 anni Veneto e Brasile sono strettamente legati. Lo dimostra il fatto che il “talian” è stato dichiarato lingua co-ufficiale e parte del patrimonio linguistico negli Stati del Rio Grande do Sul e di Santa Catarina. Non sono infatti pochi i veneti ed i polesani emigrati in Brasile dal 1870, portando con sé cultura e tradizioni spesso vitivinicole. È stato questo il tema della celebrazione del 150esimo dell’immigrazione italiana in Brasile con l’evento “Assaggi di tradizione” tenutosi in una delle sedi diplomatiche più affascinanti di Roma, il palazzo Pamphilj che si affaccia su una delle piazze più belle del mondo, piazza Navona.

La manifestazione, organizzata in collaborazione con la Regione del Veneto e Veronafiere, ha visto l’intervento di Renato Mosca, ambasciatore del Brasile in Italia, di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e dell’assessore al Turismo e alle Politiche Agricole, Federico Caner.

Federico Bricolo, presidente di Veronafiere e Vinitaly, ha poi presentato la prossima edizione del Vinitaly che si terrà a Verona dal 14 al 17 aprile, dove sarà presente anche l’ambasciata carioca con “Wines of Brazil”, progetto frutto della partnership con l'agenzia brasiliana per la promozione del commercio e degli investimenti Apex-Brasil, per far conoscere il mercato vinicolo e spumantistico, iniziato proprio dai nostri connazionali emigrati.

Gli interventi più puramente emozionali, sono stati però dettati dalle voci narranti del referente Italia per il Concours Mondial de Bruxelles, Carlo Dugo, iniziando con la lettura di “Merica, Merica”, la più importante canzone dei migranti veneti andati a cercar fortuna in Brasile: rime di sacrificio e speranza, con radici quanto mai vicine ai nostri cuori. È proprio il cuore che guida poi l’intervento del rodigino Michele Manca, miglior sommelier Ais Veneto 2022, che usa come chiave di lettura l’amore nel raccontare le zone vitivinicole del Veneto interpretando gli aspetti più significativi delle sue sfumature.

La sua chiusura è dedicata al ricordo: “Sarà servita tanta fede, un grande amore e tanto coraggio per partire a fine ‘800 portando con sé barbatelle nella valigia e ciò che può ricordare casa: da veneto credo sia una delle espressioni più alte dell’amore verso il proprio territorio. Mi fa sentire innamorato, coraggioso e orgoglioso pensare che dentro ognuno di loro sia rimasta per sempre una parte di noi, e che dentro di noi rimarrà per sempre una parte di loro. È questo ciò che ci unisce”.

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