VOCE
NEL CARRELLO DELLA SPESA
09.04.2024 - 19:39
Alt ai tir che importano cibo e prodotti dall’estero. Da giorni la Coldiretti e i suoi associati si trovano al valico del Brennero dove, insieme alle forze dell’ordine, stanno controllando i mezzi pesanti carichi di prodotti provenienti da oltre confine. Contestualmente, l’associazione di categoria ha lanciato una raccolta firme, che punta ad arrivare a quota un milione di sottoscrizioni, a sostegno della proposta di legge europea di iniziativa popolare per rendere più trasparente quanto si porta in tavola. Per il presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan “è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri. Coldiretti porta avanti questa battaglia da decenni. E’ necessario garantire che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”.
L’attenzione verso i prodotti che poi finiscono nei circuiti di vendita, insomma, è alle stelle e per Coldiretti la questione travalica i confini nazionali: la trasparenza dell'origine in etichetta è un diritto dei cittadini europei e non solo italiani. Ma per i rodigini, quanto è importante la battaglia per la trasparenza a difesa del made in Italy? C’è attenzione verso i prodotti, soprattutto alimentari, che vengono acquistati al supermercato? Dalle risposte fornite da alcuni interpellati durante una mattinata di mercato in centro città, emerge una forte sensibilità sul tema. Ma c’è un ma: ci sono alcuni prodotti ai quali è impossibile rinunciare in nome della sovranità alimentareù
“Ananas e pompelmi”, come ammette Antonella, sono due alimenti ai quali non può rinunciare. Quanto all’attenzione per l’origine del cibo acquistato aggiunge: “A volte faccio attenzione, altre meno”.
Il punto di vista di Elona, invece, è completamente diverso: “Faccio tanta attenzione a quello che compro – spiega – anche perché sono in dolce attesa e per me il prodotto italiano ha una qualità maggiore”. Alla luce di questo, “non ci sono prodotti di importazione a cui non posso rinunciare” conclude. Anche Graziella, sul fronte alimentare, è categorica: “Per il cibo scelgo solo made in Italy – dice – per l’abbigliamento, invece, cerco di andare sull’economico”. Sulla stessa lunghezza d’onda Lisa: “Scegliere cibo italiano per me è fondamentale – chiosa – ma non posso rinunciare al sushi”. Se poi il sushi è fatto con pesce e riso italiani, il gioco è fatto.
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