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rovigo
12.04.2024 - 06:17
La stretta sui controlli nei confronti di bar e locali del centro storico ventilata dal commissario straordinario di palazzo Nodari Gianfranco Tomao ha fatto discutere. Al centro delle polemiche, le proteste arrivate in Comune di una manciata di residenti secondo i quali l’attività di alcuni esercizi pubblici provocherebbe rumore disturbando così la quiete pubblica.
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Proteste che, lì per lì, lasciano perplessi dal momento che gli eventi all’aria aperta non sono ancora decollati, dato che la bella stagione è appena iniziata e il clou della movida ancora non si è visto. Eppure qualcuno ha già da ridire, ma tant’è. In realtà, quello che diversi titolari e gestori di locali del centro hanno ribadito, anche attraverso queste colonne, è che le regole ci sono e vengono rispettate. E ulteriori restrizioni non sono necessarie.
A tutto questo, Roberto Menin di Confesercenti aggiunge un elemento importante a far comprendere il quadro entro il quale si muovono i locali e i bar. Un quadro fatto di burocrazia, autorizzazioni e soprattutto, di costi aumentati che nell’ultimo anno si è ulteriormente complicato. “La burocrazia per poter fare musica è aumentata - spiega - ho già fatto delle pratiche per la nuova stagione e già abbiamo affrontato i primi problemi. Fino a poco tempo fa c’erano solo due o tre fogli da compilare per l’autorizzazione, invece adesso si deve fare la pratica Impresainungiorno”.
Per i non addetti ai lavori, Impresainungiorno è il portale “che si basa sul sistema degli sportelli unici per le attività produttive, gli Suap, che sono gli uffici comunali che si occupano di ricevere e gestire le pratiche relative alle imprese” spiega Unioncamere. La procedura, in sostanza, è diventata telematica ma che sia semplificata rispetto alle pratiche cartacee è tutto da vedere.
Poi ci sono i costi delle autorizzazioni: “Ci sono 150 euro di diritti di segreteria ma non solo. Tra le tante cose, la nuova procedura chiede l’attestazione per il rumore che costa tra i 400 e i 500 euro e che deve essere rilasciata da tecnico abilitato con qualifica regionale - spiega ancora Menin - la domanda che viene da porsi è: perché mi chiedi un nuovo attestato se nulla cambia rispetto all’anno scorso? Poi vanno aggiunti i costi delle marche da bollo, infine viene chiesta la certificazione dell’impianto elettrico. E ogni anno i locali devono spendere tutti questi soldi per ottenere l’autorizzazione a mettere la musica”.
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