VOCE
COLDIRETTI
13.04.2024 - 14:08
BADIA - La zena dei ossi rinnova il legame col territorio, col mondo dell’agricoltura e con il Polesine.
Luciana Vallese e Giuseppe Tomaini oltre a rappresentare l’agriturismo più longevo del Polesine, aperto nel 1992, sono stati gli organizzatori de la ‘zena co i ossi de majale’ che venerdì sera ha toccato la 28esima edizione, una collaborazione storica con Coldiretti Rovigo. Un appuntamento che ancora una volta ha riunito a cena autorità, istituzioni, esponenti del mondo agricolo, i vertici di Coldiretti, il prefetto Clemente Di Nuzzo e il vescovo Pierantonio Pavanello.
Ha aperto la serata il direttore di Coldiretti Silvio Parizzi, che ha raccontato gli ultimi impegni dell’associazione, appena rientrata dall’operazione Brennero per denunciare gli illeciti che avvengono sulla produzione di cibo falso made in Italy. Autentico al massimo il menù contadino proposto durante la serata, in grado di mantenere vive tradizioni culinarie antiche.
Un’occasione, quindi, per raccogliere allo stesso tavolo personalità istituzionali, della politica, dell’economia e dell’informazione, favorendo lo scambio di opinioni in un’atmosfera informale ma cercando di affrontare temi ‘caldi’ e di interesse generale, non solo dell’agricoltura.
Erano presenti il prefetto Clemente Di Nuzzo, il vescovo Pierantonio Pavanello, l’europarlamentare Paola Ghidoni, il senatore Bartolomeo Amidei, l’assessore regionale Cristiano Corazzari, la consigliera regionale Laura Cestari, il presidente della Provincia Enrico Ferrarese, il sindaco di Badia Polesine Giovanni Rossi, i comandanti dei carabinieri Edoardo Campora e la Guardia di Finanza era rappresentata dal comandante provinciale di Rovigo Sebastiano Mario Rizzo, il vicario del Questore Maria Olivieri, i presidenti dei consorzi di bonifica Roberto Branco per Adige Po e Adriano Tugnolo per Delta Po, Mauro Giuriolo presidente di Bancadria, oltre che le rappresentanze di Coldiretti a più livelli e tutte le testate giornalistiche locali.
Carlo Salvan, presidente provinciale e regionale di Coldiretti, ha posto all'attenzione una serie di temi: “Siamo di fronte a uno spartiacque politico sul come si vuole intendere l'agricoltura nella società, anche in vista del voto di giugno. Noi vogliamo che lo sia da protagonista, preservando valori intangibili come la socialità del cibo, che al tempo stesso diventa valore economico e fatturato per le nostre aziende, oggi più che mai alle prese con problemi di concorrenza sleale e mancanza di reciprocità. Senza dimenticare le sfide che riguardano anche il nostro territorio, come il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, fino alla consapevolezza delle potenzialità ancora poco espresse dal territorio in ambito turistico o di maggior utilizzo della legge di orientamento sulla multifunzionalità delle aziende agricole”.
Il prefetto Di Nuzzo ha sottolineato “la vera ricchezza del menù delle serata che include sapore, storia, genuinità e tutela del prodotto italiano”. Apprezzate da tutti i commensali le battaglie di Coldiretti, non da ultima quella del Brennero che ha aperto la nuova petizione “No fake in Italy” attiva da qualche ora e destinata a raccogliere un milione di firme in tutta Europa per una proposta di legge di iniziativa popolare.
“Questa è una famiglia istituzionale”, così ha definito il presidente Ferrarese i presenti alla cena. Il sindaco Rossi ha sottolineato che “il cibo è il fondamento del nostro vivere e del nostro essere, per questo il nostro Comune ha subito sposato le petizioni come quelle contro il cibo artificiale”. L’assessore regionale Corazzari ha fatto un plauso per la resistenza di Coldiretti al tempo e ai cambiamenti “un ruolo di mantenimento di obiettivi e valori, radicati con il territorio, un esempio positivo”. Il senatore Amidei ha ribadito l’impegno del governo che non esclude mai l’agricoltura dall’agenda e dalla progettualità ribadendo “il riconoscimento del ruolo di ‘custode’ dell’agricoltore e l’istituzione di una giornata nazionale dell’agricoltura”.
L’europarlamentarere Ghidoni ha spiegato quanto sia una questione culturale la centralità del cibo per gli italiani, un fattore poco condiviso da altri Paesi europei che quindi hanno inevitabilmente accelerato su politiche green che spesso vanno proprio a strapazzare l’agricoltura tricolore mettendola in difficoltà.
La cena ha visto una serie di ricette della cucina popolare, dalla minestra di fagioli, alla bondola agli “ossi” del maiale, che anche abbracciano la necessità contemporanea dello ‘spreco zero’. Sorpresa di quest’anno un nuovo ingrediente nel menù: in anteprima la polenta fatta con la farina di mais ‘Ramusio’, seme riscoperto dopo una lunga ricerca, che ha portato i commensali a scoprire una storia antica per una futura valorizzazione del territorio in collaborazione con la “Venerabile confraternita della Polenta 1554” di Badia Polesine. Hanno partecipato Gherardo Franza, socio Coldiretti produttore del mais trasformato in farina con la collaborazione di Giuseppe Ferracin e Fabio Ortolan; infine Paolo Aguzzoni ha avuto modo di parlare della nascita della Comunità del cibo Terre della Badia.
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