Giallo a Treviso, farmacista trovata in una pozza di sangue

Martina Peruzza, ha lottato tra la vita e la morte all'ospedale di Treviso dopo essere stata trovata esanime nella farmacia in cui lavora, in una pozza di sangue. La giovane farmacista di 34 anni, è stata trovata riversa a terra, in una pozza di sangue, dietro al bancone della parafarmacia all'interno dell'Iper Tosano a Colle Umberto, in provincia di Treviso.

Due clienti, entrati nel negozio per fare degli acquisti, hanno fatto la macabra scoperta il 20 marzo scorso. Martina era già priva di sensi. Hanno subito chiamato i soccorsi: la giovane è stata prima portata a Conegliano, quindi, viste le condizioni, al Ca' Foncello di Treviso. Dopo un intervento chirurgico d'urgenza, Martina è stata trasferita a Motta di Livenza, dove è in corso la riabilitazione motoria e neurologica.

"Le condizioni di Martina sono critiche – riferisce una parente della giovane -. Il problema è che non riusciamo a capire che cosa possa essere successo. Il nostro timore è che la giovane sia stata aggredita, oppure che qualcuno l'abbia minacciata e magari nella concitazione del momento lei sia inciampata ed abbia battuto la testa".


La giovane godeva fino a quel giorno di ottima salute. "È una donna spigliata, abituata a viaggiare, non ha mai avuto problemi. Ama molto il suo lavoro, una passione che le è stata trasmessa dalla mamma Annalisa". La signora, che gestiva una nota erboristeria a Vittorio Veneto, è morta a soli 48 anni.


La famiglia ha segnalato ai carabinieri quanto avvenuto, si è rivolta a loro chiedendo accertamenti, pur non avendo formalizzato una denuncia. Dai primi riscontri, tra cui la visione dei filmati delle telecamere, le forze dell'ordine escludono il coinvolgimento di terze persone. Quanto avvenuto ha suscitato apprensione fra i colleghi del centro commerciale dove Martina è stimata e apprezzata da tutti.

C'è apprensione per le sue condizioni di salute, visto che ancora non è chiaro se ci sono danni neurologici. E rimane il mistero sull'accaduto, se un malore, una caduta accidentale o un'aggressione. La famiglia ha chiesto ai carabinieri di acquisire i filmati.