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VENETO

"Hanno ucciso cani che si potevano curare"

Multinazionale sotto inchiesta

L'indagine su una multinazionale del settore farmaceutico sono chiuse. Le accuse sono pesanti: maltrattamento di animali e uccisione non necessitata. Un caso che ha sollevato un polverone, mettendo in luce le ombre della sperimentazione animale.

Il caso ha avuto inizio con il blitz dei carabinieri forestali, che hanno sequestrato 25 animali, tra cani di razza beagle e scimmie Marmoset e Cyno, dai laboratori. Gli animali sono ora sotto la custodia giudiziaria della Lav (Lega anti vivisezione), in attesa di essere affidati alla stessa associazione.

Secondo l'accusa, gli animali subivano sofferenze atroci e ingiustificate. Non veniva praticata l'eutanasia ai cani sottoposti a sperimentazioni che causavano danni e sofferenze gravi. Invece, venivano riutilizzati per altri studi, dopo un periodo di inutilizzo di 7 mesi. Alcuni animali venivano tenuti in vita contro ogni logica, mentre altri venivano soppressi quando avrebbero potuto essere curati.

Un altro elemento sconcertante riguarda l'uso dell'anestesia. Secondo l'accusa, in alcuni casi non veniva usata la preanestesia, condannando gli animali a una morte lenta e dolorosa. 

Le condizioni di vita degli animali nei laboratori erano, secondo questa ricostruzione, precarie. Gli animali vivevano in condizioni igieniche inadeguate, senza cucce, con ristagno d'acqua, costretti a bere da un beverino a goccia, senza attività ludiche. Alcune scimmie venivano tenute in vita senza alcun motivo, mentre altre che avrebbero potuto essere curate venivano soppresse.


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