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La crisi di Suez azzoppa l’economia

Persi 91 milioni di euro. Difficoltà legate anche al Mar Rosso. Nei prossimi mesi problemi ad importazioni ed esportazioni

La crisi di Suez azzoppa l’economia

Difficoltà legate anche al Mar Rosso. Nei prossimi mesi problemi ad importazioni ed esportazioni

L’export polesano registra una nuova frenata. E nel saldo del 2023 traccia un segno rosso di ben 91 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente. Un rallentamento dovuto anche alla crisi del Mar Rosso che ha comportato un calo delle esportazione del 15%. Ed anche alle variazioni di prezzi energetici e delle materie prime.

I dati Nel 2023, le imprese del territorio di Venezia e Rovigo hanno generato esportazioni per un valore di 8,54 miliardi di euro, rappresentando il 10,4% delle esportazioni regionali. Tuttavia, si registra una diminuzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, ma un aumento del 22,9% rispetto al 2021. Questo risultato è inferiore sia al dato veneto (-3%) sia a quello nazionale, che rimane stabile.

In base ai dati forniti dalla camera di commercio di Venezia Rovigo, rispetto al 2022, a Venezia e Rovigo le importazioni registrano una diminuzione del 31,1%, raggiungendo un valore di 12,03 miliardi di euro. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo del 2021, si osserva un aumento del +53,9%. Questa riduzione delle importazioni è attribuibile al progressivo aggiustamento dei costi dei beni energetici e delle materie prime sui mercati internazionali. La quota di contribuzione di Venezia e Rovigo alle importazioni del Veneto scende dal 24,5% nel 2022 al 19,1% nel 2023. In particolare, si evidenzia una significativa diminuzione nei valori dei flussi in entrata di gas naturale a Rovigo e di prodotti chimici, siderurgici, tessili e alimentari a Venezia.

Nel 2023 il saldo import export è negativo per poco più di 3,5 miliardi di euro; tuttavia, migliora decisamente se confrontato con il dato del 2022, che raggiungeva -8,5 miliardi.

Polesine Nel 2023, le esportazioni dalla provincia di Rovigo hanno totalizzato 1,81 miliardi euro, in diminuzione del 4,8% rispetto al 2022 con una perdita di 91,6 milioni euro, ma in aumento del 7,9% sul 2021. In crescita alcuni comparti importanti per l’economia locale, come le macchine per l’agricoltura e silvicoltura e le altre macchine per impieghi speciali (che comprende anche le giostre del Polesine). In flessione l’export di articoli in materie plastiche, prodotti chimici di base e tubi, condotti, profilati e cavi.

Facendo riferimento ai valori relativi ai flussi provinciali in importazione, che ammontano ad un totale di oltre 5 miliardi di euro e diminuiscono del 44,8% rispetto al 2022 (-4,13 miliardi di euro in valori assoluti), restando comunque superiori ai valori del 2021 (+53,9%). L’andamento delle quotazioni dei prodotti energetici a livello internazionale ha contribuito fortemente a tali andamenti: la lenta stabilizzazione dei prezzi ha fatto sì che i valori dei flussi in entrata di gas naturale abbiano registrato un decremento del 52,8% rispetto al 2022, ma un aumento del 82,4% in confronto al 2021, attestandosi a 3,55 miliardi di euro, il 69,7% del valore complessivo dell’import locale, a causa alla presenza del terminale Adriatic Lng, impianto che si trova al largo di Porto Levante, nell’alto Mare Adriatico, e che ha una capacità attuale di rigassificazione di 9,5 miliardi di metri cubi annui, corrispondenti a circa il 14% del fabbisogno nazionale di gas naturale.

La crisi del Mar Rosso La rotta commerciale Aden-Suez-Mediterraneo risulta fondamentale per il commercio estero italiano (si stima coinvolga il 40% dell’import export nazionale). L’impatto degli attacchi delle milizie Huthi alle navi commerciali che transitano per il golfo di Bab el Mandeb sarà misurabile nel dettaglio con i dati del primo trimestre del 2024. Per quanto riguarda i flussi in esportazione, le aree coinvolte, Asia orientale e Penisola Arabica vanno a costituire l’11% dell’export veneziano, per un controvalore di 738 milioni di euro, in calo del 15,2% in confronto all’anno precedente, e il 7,1% di quello rodigino, per un ammontare di circa 128,1 milioni di euro, in discesa del 15,8% sul 2022. Più seri potranno essere i riflessi sulle importazioni, che nel 2023, per Venezia, ammontano a 1,58 miliardi di euro, il 22,7% del valore complessivo. Più importante la situazione per Rovigo, in quanto le aree interessate costituiscono ben il 54,1% del totale dell’import provinciale, per un controvalore di oltre 2,75 miliardi di euro, in decremento del 52,3% rispetto all’anno precedente, con i prodotti energetici, fondamentalmente gas naturale, in crollo del 53,1%.

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