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Il caso Scurati e Matteotti ancora “censurato”

Mutterle: “E’ stato un padre della democrazia”. Botta e risposta Zanellato-Mantovan

Il caso Scurati e Matteotti ancora “censurato”

Mutterle: “E’ stato un padre della democrazia”. Botta e risposta Zanellato-Mantovan

Il caso è stato al centro del dibattito politico di questi giorni e ha tenuto banco su tutti i media e i tg nazionali. Lo stop all’intervento sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati sulla Rai è diventato un caso politico. L’intervento, ora pubblicato da tutti i giornali, si apre con la ricostruzione del delitto Matteotti. Nell’anno del centenario della morte del politico polesano, ad opera dello squadrismo fascista, la sua vicenda, quindi ha trovato una ribalta inaspettata.

Una polemica a pochi giorni dal 25 aprile e che sembra destinata ad infiammare la vigilia del giorno della Liberazione. E così Matteotti si ritrova ancora censurato a 100 anni dalla sua morte. Certo, probabilmente non era la parte dedicata alla sua vicenda quella che qualcuno ha voluto frenare, ma l’effetto è stato questo.

E infatti ieri e sabato sera molte trasmissioni tv hanno riportato il passaggio dell’intervento di Scurati dedicato a Matteotti. In alcuni casi (ad esempio su La Sette) è stata anche riproposta una fotografia del martire antifascista originario di Fratta Polesine.

Un episodio etichettato come “censura” (lo stop a Scurati sulla rete Rai), quindi ha riportato in primo piano, anche a livello nazionale, la tragedia di Giacomo Matteotti, e la sua battaglia politica per libertà e democrazia. Il caso Scurati ieri ha scatenato un polverone attorno ai vertici Rai, per la scelta di annullare l’intervento dello scrittore. Ha spinto la premier Meloni a pubblicare (con qualche accento polemico) l’intervento di Scurati, in cui si critica anche l’atteggiamento della premier “restia a criticare il fascismo nel suo complesso”. Molti i politici che ieri sono scesi in campo a difesa della libertà di espressione.

“La censura non va mai bene - commenta Maria Lodovica Mutterle, direttrice della casa museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine - io non entro nella polemica politica, ma fermare l’espressione del pensiero non è mai una cosa positiva. Tra l’altro lo stop all’intervento di Scurati ha ottenuto l’effetto contrario perché gli ha dato più diffusione e possibilità di essere letto o ascoltato”. E ancora: “Inoltre aveva molto senso che l’intervento iniziasse con il sequestro di Matteotti. Fu uno dei primi a capire la violenza del regime fascista, ed era giusto ricordarlo a livello nazionale in occasione del centenario. Dovrebbe essere considerato uno dei padri della nostra democrazia. E l’antifascismo è una delle colonne portanti della nostra Costituzione, un concetto che deve essere condiviso da tutti”.

Angelo Zanellato, segretario polesano del Pd, analizza la vicenda dal punto di vista politico: “La censura è sempre negativa. E da tempo si segnalano i tentativi del Governo di condizionare le scelte della Rai. E al di là del merito della vicenda troppe aree del centrodestra faticano a prendere le distanze in maniera netta dal fascismo. I giovani d’oggi spesso non conoscono quella trista pagina della nostra storia e che la Rai adotti scelte per nascondere quei fatti è assurdo. Occorre invece riproporre la storia e ricordare il valore della democrazia e il sacrificio di chi ha dato tutto per permetterci di raggiungerla”.

Valeria Mantovan, presidente provinciale di FdI, replica alle polemiche: “Si stanno facendo delle inutili strumentalizzazioni. E’ stata la stessa premier Giorgia Meloni a pubblicare sul suo social l’intervento di Scurati, quindi dove sarebbe la censura? Che evidentemente sta solo nella mente di chi la vuole vedere ad ogni costo. Ci si avvicina alle elezioni e come sempre si cerca di etichettarci in un certo modo. Prendere le distanze dal fascismo? Il nostro partito l’ha fatto più volte, anche allontanando persone che, al nostro interno, non si comportavano correttamente. Fascismo e comunismo sono due forme di dittatura che vanno condannate. Ma mentre noi le critichiamo entrambe, non tutti fanno lo stesso con il comunismo”.

E all’obiezione sul fatto che in Italia c’è stata solo una dittatura fascista ribatte: “Sulla pelle degli italiani anche le dittature comuniste sono responsabili di grandi tragedie, vedi quello che è successo con le foibe e quello che ha combinato Tito. Dispiace che a noi di FdI si chieda sempre di giustificarci per chissà che cosa, senza tener conto del percorso politico intrapreso”.

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