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CAFFE’ DEC

Dati su Internet, fine dell’oligopolio

I regolamenti Ue hanno già cambiato il modo di trattare e scambiare la mole di informazioni sul web

Dati su Internet, fine dell’oligopolio

I regolamenti Ue hanno già cambiato il modo di trattare e scambiare la mole di informazioni sul web

ROVIGO - Le nuove norme europee sull’utilizzo dei nostri dati su Internet hanno cambiato già la vita degli utenti del web e delle aziende. Le spiega ai microfoni di Caffè Dec per la rubrica di Delta Radio in collaborazione con il Consorzio università di Rovigo di Rovigo il dottor Federico Lubian, ricercatore di diritto privato comparato all’Università di Padova.

“Il Digital Service Act Package, comprende il Regolamento sui servizi digitali, Dsa, e quello sui mercati digitali, Dma. Un pacchetto unico che proviene dal legislatore europeo e si applica a tutti gli stati membri, inclusa l’Italia. Tecnicamente, non c’è stato bisogno di una legge italiana per recepire queste discipline, che sono già efficaci da circa un mese. Ciò che il legislatore mira a fare, è aumentare il livello di trasparenza nei diritti e obblighi per utilizzatori e piattaforme, in primo luogo nelle condizioni generali di contratto. Gli operatori debbono fornire maggiori dettagli sulle attività che svolgono con riguardo alla comunità dei propri utilizzatori. Emerge una particolare attenzione alle capacità di alcune piattaforme di accedere e gestire pacchetti considerevoli di dati, nonché di farne un ulteriore utilizzo attraverso l’aggregazione, la fornitura ad altri operatori professionali e la produzione di lavori ed indagini derivate, decisive per un’efficace interazione sui mercati digitali. Il Dsa e il Dma puntano a “democratizzare” il mercato, tutelare gli utilizzatori, con un’attenzione alle piccole e medie aziende che hanno una presenza online e puntano, attraverso essa, a migliorare la propria attività”.

I grandi gruppi come Google e Meta (Facebook) sono dunque al centro dell’attenzione: “I risultati della nuova normativa dovranno essere valutati nel corso della sua applicazione, ad ora c’è stato un grosso lavoro di adattamento da parte dei dipartimenti legali per implementare strumenti di trasparenza e di rispetto della normativa. Esiste certamente un gruppo di colossi, grandi operatori con cui noi interagiamo quotidianamente come Meta che unisce Facebook, Instagram e Whatsapp e Google, titolare di più del 90 per cento della quota di mercato dei motori di ricerca nonché importante fornitore di altri servizi online”.

“Esempio ulteriore di entità soggette a queste normative – ha aggiunto Lubian – è Amazon, una tipologia di piattaforme che consente a consumatori ma anche ad aziende di acquistare e vendere beni. Il Dsa richiede la tracciabilità dei soggetti venditori, ossia che la piattaforma disponga di informazioni per identificare chi usa questi spazi, a tutela dell’acquirente e degli altri membri della comunità di utilizzatori. Sono altresì previsti obblighi relativi ai servizi da fornire agli utilizzatori quali ad esempio il sistema di gestione dei reclami e delle controversie”.

L’attenzione si è poi spostata sul cosiddetto mercato dei dati su Internet: “Ognuno di noi ha una propria identità virtuale, tutelata dal Regolamento Gdpr nel limite in cui essa sia costituita da dati personali. Tale tutela non si applica alle persone giuridiche, le aziende infatti non hanno propri dati tutelabili come personali. In questo senso i regolamenti Dsa e Dma - in congiunzione con il Data Act che diverrà efficace nel 2025 - vorrebbero consentire alle aziende di fruire di diritti simili a quelli d’accesso e portabilità, ma che possano coprire anche pacchetti di dati più estesi e vitali per un’efficace presenza e attività nei mercati digitali”.

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