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La festa della Liberazione emoziona la piazza

Le autorità e le istituzioni applaudono all'inno nazionale

Tanta gente, sotto a un sole splendente, attorno al liston, per assistere alla cerimonia del 25 Aprile. Una giornata di memoria, festeggiamento e riflessione, che ha saputo richiamare ancora una volta tantissimi rodigini, di tutte le età. Per un colpo d’occhio, quello della piazza mentre il Tricolore veniva issato sul pennone preparato per l’occasione davanti a palazzo Nodari, davvero speciale.
Subito prima, in sala consiliare alla presenza del prefetto Clemente Di Nuzzo, del presidente Enrico Ferrarese, che ha fatto gli onori casa aprendo i lavori di giornata, e del commissario del Comune di Rovigo rappresentato da Fabrizio Cesarino, si sono tenute le orazioni ufficiali.


Ferrarese ha parlato di valore del sacrificio e della lotta umana che hanno portato alla Liberazione, rivolgendosi in particolare ai più giovani, ricordando come “il momento della barbarie e della violenza non sono così lontani nel tempo e possono sempre riproporsi. La Resistenza ha curato l’Italia in un momento di malattia salvando il Paese”.


Cesarino ha invece dedicato nel suo saluto un breve passaggio al centenario di Matteotti mentre Di Nuzzo ha posto l’accento sul percorso che dalla Resistenza portò alla Costituzione e che esalta libertà, uguaglianza, inclusione e diritti civili, alla base della Repubblica.

La mattinata, dopo l’intervento di Pietro Rigolin, sindaco dei ragazzi del Comune di Lendinara, è proseguita con la proiezione del docufilm “Icone di Resistenza”, realizzato dall’Ics di Lendinara e presentato dalla professoressa Francesca Morelli - lavoro che ha ispirato anche un calendario fotografico - prima dell’intervento della professoressa Marina Cattaneo, vicepresidente della Fondazione Anna Kuliscioff di Milano che ha chiuso con un flash sulla Resistenza che “iniziò fin dal 1921 ed ebbe il suo alfiere in Matteotti, uomo contro la violenza e il totalitarismo” ricordando anche il contributo alla Liberazione dato dalle Brigate Matteotti, uno dei cui comandanti fu l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini.

La scena si è poi spostata nella vicina piazza Vittorio Emanuele II per la consueta e simbolica cerimonia dell’alzabandiera per chiudersi con un breve corteo che ha toccato la lapide presso il palazzo della Gran Guardia e piazza Matteotti, dove sono state deposte corone di fiori. In piazza Matteotti era presente anche la nipote del martire polesano ucciso cento anni fa dalla barbarie fascista, Elena Matteotti.

Tanti, oltre una trentina, i Comuni polesani che hanno aderito alla richiesta ufficiale pervenuta dalla Provincia di Rovigo di inserire il programma delle celebrazioni del 25 Aprile in una locandina congiunta: si tratta di Adria, Ariano nel Polesine, Arquà Polesine, Badia Polesine, Bergantino, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Corbola, Crespino, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Frassinelle Polesine, Fratta Polesine Gaiba, Gavello, Lendinara, Loreo, Melara, Occhiobello, Pontecchio Polesine, Porto Tolle, Rosolina, Salara, San Martino di Venezze, Stienta, Taglio di Po, Trecenta, Villamarzana e Villanova del Ghebbo.

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Commenti all'articolo

  • diduve

    26 Aprile 2024 - 00:18

    Per me il 25 aprile e' solo S. Marco

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