VOCE
Adria
08.05.2024 - 08:38
I carabinieri di Adria
Lo sfogo di Barbujani: “Chi di competenza deve intervenire. Così non può andare avanti”
Momenti di tensione ieri mattina in piazza Bocchi davanti all’ufficio comunale dei servizi sociali: due giovani, lui sulla trentina residente in città, lei poco più che ventenne, alquanto discinta, da fuori comune, hanno tentato di forzare la porta per accedere agli uffici dopo aver suonato al campanello e nessuno ha aperto. Probabilmente perché li avevano riconosciuti.
A questo punto hanno perso il controllo ed hanno cominciato a inveire e a prendere a calci la porta. Così è stato necessario l’intervento del carabinieri accorsi in quattro. In un primo momento uno di loro avrebbe inveito e preso a calci anche un militare dell’Arma. Tuttavia con grande accortezza e pazienza i quattro carabinieri hanno saputo riportare la calma. Uno di loro, poi, è andato a parlare con i funzionari dell’ufficio dei servizi sociali.
Due casi distinti di forte disagio sociale che ieri mattina si sono incrociati e autoalimentati nella reazione scomposta. Due casi ben noti, soprattutto il giovane già protagonista di altre azioni violente che hanno portato l’amministrazione comunale a rafforzare la porta d’ingresso che già nel recente passato aveva divelto con una spallata. E una volta entrato aveva portato il terrore negli uffici. Pertanto sono stati costretti a blindarsi, creando in tal modo disagi alle altre persone che devono accedere agli uffici.
Una situazione preoccupante che il sindaco Massimo Barbujani analizza con forte rabbia. “Purtroppo non è la prima volta che accade - afferma il primo cittadino - sono due casi molto delicati che si trascinano da tempo: ci sono verbali di denuncia, anche di aggressioni. Mi chiedo che cosa deve succedere affinché qualcuno intervenga. Il Comune non è un bancomat, comprendiamo la disperazione di certe persone, ma dobbiamo tutelare anche il nostro personale”.
Bobo cerca di mantenere un tono equilibrato, poi arriva lo sfogo: “Qualcuno si lava le mani. Voglio dirlo apertamente: chi di competenza deve intervenire, la situazione è esplosiva, chi ha potere di farlo, deve intervenire. Non voglio accusare nessuno, ma voglio richiamare ognuno alle proprie responsabilità. Questa situazione non può andare avanti”.
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